Un interrogatorio di polizia serrato e avvincente tra un rigido ispettore e un ragazzo omossessuale vittima di emarginazione e pregiudizio che confessa un omicidio senza apparente movente, ma anche un viaggio all’interno della mente del giovane, immerso in un caotico mix di dipendenze e immaginari distorti. Ha tutti gli elementi di un thriller psicologico lo spettacolo “In casa con Claude”, tratto dall’omonima opera del drammaturgo canadese René Daniel Dubois, riadattato e diretto da Giuseppe Bucci in programma al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo (via Concezione a Montecalvario, 34) diretto da Laura Angiulli, giovedì 20 febbraio alle ore 20,30, con repliche venerdì 21 e sabato 22 febbraio alle ore 20.30 e domenica 23 febbraio alle ore 18 (Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro, under 35 10 euro).
Cosa scatta nella mente di una persona che, in modo autonomo, si dichiara colpevole dell’omicidio commesso, pur se consapevole che mai sarebbe stato indagato dalla polizia? Cosa porta un giovane marchettaro a ricattare un giudice e usare la stampa per tenere sotto scacco il sistema giudiziario, riuscendo così ad evitare la galera? Un ispettore, stremato dal lungo interrogatorio che va avanti già da trentasei ore, scandaglia ogni parola, gesto, sussulto dell’assassino per far venire alla luce le motivazioni che l’hanno spinto all’insano gesto.
Il testo di René Daniel Dubois, – si legge nelle note di regia – scritto negli anni Ottanta e incentrato sull’emarginazione degli omosessuali, ancor più se inclini alla prostituzione e al consumo di droghe, risveglia due tematiche eterne e contrapposte: il pregiudizio e l’amore. Il testo originale è stato adattato: sono state eliminate le connotazioni storiche e geografiche per non confinare la vicenda in un tempo o in un luogo, sono stati eliminati due personaggi e delle ridondanze per amplificare l’efficacia della drammaturgia. I pregiudizi – che non colpiscono solo la natura sessuale degli individui ma producono discriminazioni di ogni genere – risuonano tristemente ancora oggi. C’è chi crede, poi, che le persone ritenute diverse, proprio in nome di questa presunta diversità, non abbiano il diritto di vivere apertamente i propri sentimenti, anzi siano del tutto immeritevoli di provare l’amore. Ancor di più se si parla di persone che conducono vite ai margini della società, come escort, trans, tossicodipendenti. Ci si dimentica, però, che ogni esistenza custodisce in sé il desiderio di amare e di essere amato, condizione che viene macchiata dall’imposizione di una società che intende decidere quale modello di individuo sia meritevole d’amore e chi invece non lo è.
Ecco dunque il confronto-scontro tra l’ispettore di polizia, apparentemente rigido ma profondamente umano, che vive l’interrogatorio come una sfida personale; e Yves, esausto, spaesato e pronto a battersi come una belva. Nella mia visione l’assassino sfugge alle domande con veri e propri tilt della mente, che lo riportano alla sua vita “normale”, fatta di discoteche, droghe e prostituzione. Il giovane si batte fino alla fine pur di non rivelare, né all’ispettore né a se stesso, il motivo di un gesto così assurdo. L’interrogatorio subisce quindi un’oscillazione costante: da un lato il manifestarsi dell’immaginario del giovane di cui sono intrise le sue fibre costitutive, dall’altro la volontà dell’ispettore di entrare nella testa di Yves per costringerlo poi a ritornare alla realtà della stanza. Ci riuscirà e la confessione sincera offrirà una verità inimmaginabile.
La compagnia, nata nel 2007 come associazione culturale, dopo 10 anni di intensa attività sia nell’ambito teatrale che in quello della formazione, nel 2018 riceve il riconoscimento del Mibact come impresa di produzione Under 35. In questi due anni come compagnia ministeriale ha partecipato all’edizione 2019 del Napoli Teatro Festival con Giulietta e le altre di e con Wanda Marasco e la regia di Ettore Nigro; ha partecipato al festival OperaEstate con La masa madre di Ettore Nigro e Dario Tamiazzo. Tra gli spettacoli prodotti: Un anno dopo di Tony Laudadio con la regia di Andrea Renzi, nato grazie alla collaborazione della compagnia Teatri Uniti, e Frantumi scritto e diretto da Tony Laudadio per il Festival Indivenire.
É stata inoltre ideatrice della ressegna Morsi di teatro per Estate a Napoli. Nel 2020, oltre allo spettacolo In casa con Claude con la regia di Giuseppe Bucci, che inaugura il progetto #quartiereospiti, che intende stringere sodalizi con artisti di volta in volta diversi, la Compagnia è impegnata nell’allestimento del Don Giovanni di Moliére riscritto da Antonio Piccolo con la regia di Mario Autore in anteprima al Teatro Nest l’1 e 2 aprile.
E ancora: La cena di capodanno, scrittura originale di Massimo Maglietta, con la regia di Ettore Nigro, che vedrà tutta la compagnia coinvolta (Anna Bocchino, Viola Forestiero, Autore e Nigro) e andrà in scena nella stagione 2020/2021; e Hypàte, scritto e diretto da Aniello Mallardo in scena durante la prossima edizione del Napoli Teatro Festival.
Nell’arco del 2020 Piccola Città Teatro aprirà le porte del progetto #spazioyoung con lo spettacolo Sciame, scritto e diretto dal giovanissimo Gianni Spezzano che sarà presentato al Fringe Festival di Torino, con la collaborazione del teatro Nest.
This post was published on Feb 20, 2020 12:21
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