La crisi economica e la disoccupazione in generale e l’insofferenza del settore edile in particolare continua a mietere vittime, soprattutto tra i lavoratori. Ieri mattina a Casalnuovo si toglie la vita Domenico Eredità, 50 anni, operaio edile disoccupato per un periodo corrispondente a più di 1 e mezzo. Il morto, impiccato nella cantina della palazzina dove era residente, lascia una moglie e due figli.
Si ipotizza che il gesto disperato sia stato motivato dallo stato di spaesamento e dal senso di colpa cresciuto dentro Eredità in seguito alla difficoltà nel trovare una collocazione professionale. Difficilissimo è per gli over 35 trovare una collocazione nel mercato del lavoro, figurarsi un uomo di 50 anni. In aggiunta i familiari ipotizzano che il gesto sia stato certosinamente organizzato e da tempo riflettuto. “Vi chiedo perdono: è tutta colpa mia”, queste le tragiche parole scritte su un biglietto di addio del padre di famiglia.
Il 5oenne nei momenti precedenti l’impiccagione non ha dimostrato segni di cedimento emotivo e nervosismo. Garantendo un solito clima quotidiano, Eredità ha accompagnato le due figlie a scuola e salutato la moglie affaccendata nei lavori domestici. Immediatamente dopo l’operaio ha raggiunto in solitudine il patibolo nei sotterranei dove si è reciso la vita.