Casoria – Il coraggio di resistere, la storia di due ragazzi con un sogno: far rinascere il loro quartiere

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Casoria

Casoria centro storico. Questa è la storia di due ragazzi con un sogno: far rinascere il loro quartiere.

Sei anni fa hanno investito il loro tempo, i loro risparmi e hanno scommesso sul Centro Storico di Casoria. Una cittadina ai confini di Napoli, e non solo. Senza aiuti dalle istituzioni e contro ogni logica hanno scommesso qualcosa in più del loro tempo e delle loro speranze: hanno scommesso il loro cuore, in una zona che è il risultato di un lento disfacimento dovuto al tempo e all’incuria dei vari governi che si sono succeduti nell’amministrazione della città. Verrebbe da chiedersi perché tanta attenzione, cura per il cliente, maestria nel preparare i loro prodotti in un posto del genere? Perché impegnarsi in un quartiere che fa a gara con uno scenario post bellico dove chi può evita di passare e chi è costretto affretta il passo per paura. Perché? Lo abbiamo chiesto ai due protagonisti di questa spiacevole storia. Oltre le parole di cui sono piene le bocche di tanti benpensanti e oltre le argomentazioni che riempiono articoli già scritti, l’unica motivazione è emersa dalla luce nei loro occhi. Limpidi, cristallini e allo stesso tempo velati dalla tristezza mentre guardavano i vicoli del loro quartiere, dove casoriani di altri tempi amavano vivere, ridotti a discariche di immondizie d’ogni sorta, le balconate ornate di stucchi lasciate a sgretolarsi per poi essere strappate senza rispetto per far posto ad anonime facciate incolore. L’unica parola che i loro occhi hanno mormorato è stata Amore.

Amore per la loro terra.

Amore per il proprio lavoro.

Amore per le loro radici, anche se il terreno in cui si immergono è sterile, infecondo, forse morto. Ma non per loro. Ciro e Massimo continuano a credere nel loro sogno, credono ancora nel loro quartiere.

Qualcuno dirà che sono solo dei pazzi. Forse.

Qualcuno dirà che sono degli sprovveduti. Può darsi.

Io dico che sono un esempio. Perché? Perché stanno in piedi davanti alla tempesta. Sono gli ultimi di un esercito decimato dai mille tradimenti di uno stato assente. Sono gli ultimi di tutti quelli costretti a lasciare la propria terra, la propria famiglia e partire nella speranza di trovare altrove la normalità che gli è stata negata. Sono gli ultimi di quelli che alimentano la speranza che esiste un modo diverso di vivere anche qui al Sud. E lo fanno ogni singolo giorno aprendo la loro attività ai clienti che si stupiscono della presenza di una eccellenza culinaria nel centro storico di Casoria. Certo non mancano le soddisfazioni professionali, anche a livello nazionale, ma dall’esterno, dai social, perché la maggior parte dei casoriani, a distanza di sei anni, schiva ancora questo posto. Guardano ancora con fastidio alle mille iniziative culturali che i titolari organizzano nel loro locale. La rinascita, quella che i due titolari auspicavano, non c’è stata ancora. I problemi, soprattutto burocratici, sono diventati muri quasi insormontabili. Dal mio piccolo studio, fatto di carta e inchiostro, vi urlo il mio sostegno: non mollate! Siete forse l’ultima occasione per il centro storico, per Casoria, di non annegare nel mare dell’indifferenza e dell’ignoranza.

di Luigi Ammaturo