
Il CAU di Napoli occupa L’Orientale – Palazzo Giusso e tenta di organizzare i movimenti napoletani contro il Jobs Act
In base alle mobilitazioni di massa diffuse in tutta Italia ieri per invitare il Senato a rigettare il Jobs Act il Collettivo Organizzato Universitario di Napoli ha comunicato che gli studenti dell’Istituto Universitario “L’Orientale” e di molte scuole di Napoli si sono riunite ieri e si riuniranno oggi in assemblea per dar vita a una serie di cortei di sensibilizzazione e protesta contro il Jobs Act. Come ieri anche nei prossimi giorni le strade della città partenopea coordineranno una serie di blocchi stradali, sanzionamenti delle sedi del Partito Democratico e di Confindustria. Nel frattempo la sede storica dell’Istituto Universitario “L’Orientale” di Napoli e precisamente Palazzo Giusso è occupato. Tra brevissimo vi sarà una nuova assemblea nell’aula R5 con la finalità di organizzare i movimenti napoletani e campani in atto.
Approvazione del Jobs Act al Senato
Come aveva già sottolineato Matteo Renzi in occasione della giornata dello Sciopero Sociale le Camere hanno ignorato le masse e proseguono all’applicazione del decreto per la Riforma del Mercato del Lavoro.
Ieri mobilitazioni e scontri in tutta Italia
In tante città italiane da Massa Carrara a Livorno, da Milano a Torino, da Firenze a Roma, da Roma a Napoli cortei spontanei sono nati: disoccupati, precari, studenti, sindacalisti, hanno reagito in maniera duro all’approvazione del Senato della suddetta riforma. A Roma, il corteo più numeroso, è stato brutalmente caricato dalla polizia nel tentativo di arrivare sotto al Senato mentre era in corso la votazione. A Roma il corteo più grande è stato caricato dai reparti delle polizie giudiziarie in assetto antisommossa e sangue è stato versato.
Assemblea oggi alle 11:30 a piazza Banchi Nuovi, Palazzo Giusso, aula R5
Nel quasi totale silenzio dei media la giornata di lotta passata e quelle che verranno muoveranno per suscitare il blocco e un ripensamento della Riforma del Lavoro. In questa realtà nazionale domande sociali e masse subalterne stentano ancora a creare un fronte comune, ad organizzare la svolta politica del paese a partire dalle piazze. Oltre la retorica le attività prossime dei movimenti cercheranno di venire a capo di loro stessi, in quanto la svolta autoritaria e tecnocratica del paese e dell’Europa è sempre più compiuta ed effettiva.