Il disegnatore Luz, scampato al massacro del 7 gennaio 2015 alla redazione di Charlie Hebdo, disegnò la copertina del “numero dei sopravvissuti“, con Maometto che dice “Tutto è perdonato“. La vignetta fu giudicata blasfema e provocò scontri, incidenti e feriti nel mondo musulmano.
“Charlie Hebdo”: le parole del vignettista Luz al settimanale ‘Les Inrockuptibles’
Mercoledì, in un’intervista al settimanale ‘Les Inrockuptibles‘ in occasione della prossima uscita del romanzo grafico “Catharsis“, Luz ha parlato di quella scelta: “Disegnare Maometto non aveva niente a che vedere con la rivalsa, quella prima pagina doveva avere un legame diretto con la ragione del dramma ed è per quel tipo di disegno che i miei compagni sono morti. Vi ho aggiunto un messaggio bizzarro, tutto è perdonato. Ma chi perdona chi? Il disegno mi dice: “Ce la caveremo perché ci sei ancora tu a disegnarmi”. Poi l’annuncio: “Ma non disegnerò più il personaggio di Maometto, non mi interessa più. Mi ha stancato, proprio come quello di Sarkozy. Non passerò la mia vita a disegnare“.
“Charlie Hebdo”, l’allontanamento dallo slogan “Je suis Charlie”
Luz parla poi delle persone che, pian piano, si sono allontanate dallo slogan “Je suis Charlie“, come il sociologo Emmanuel Todd e il rapper Booba. “In linea generale, questo non mi disturba. Il nostro ruolo non è mai stato quello di essere consensuali. Quel che mi infastidisce, sono quelli che dicono non sono Charlie mettendo sullo stesso piano terroristi e vittime. Non si tratta di uno scontro tra bande rivali. I terroristi sono per la pena di morte e la mettono in pratica. Metterli sullo stesso piano è accettare l’idea della pena di morte, è intollerabile“.