“Che peccato!”, il racconto dei sette vizi capitali nel libro di Daniela Vellani

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"Che peccato!", il racconto dei sette vizi capitali nel libro di Daniela Vellani

Daniela Vellani, giornalista, ex docente di lettere, ha pubblicato per Homo Scrivens “Che peccato!”, racconto intrigante, profondo, non banale che, tra citazioni, ricette di cucina, e riflessioni, approfondisce i vizi capitali dell’uomo.

Daniela Vellani, giornalista, ex docente di lettere, ha pubblicato per Homo Scrivens “Che peccato!” a fine novembre 22. Un racconto intrigante, profondo, non banale che, tra citazioni, ricette di cucina, e riflessioni, approfondisce i vizi capitali dell’uomo senza nascondere nulla, ma facendone una narrazione davvero bella.

  • Daniela, innanzitutto complimenti per questo libro originalissimo. Come nasce l’idea?Grazie mille, Daniela! L’idea nasce da una serie di poesie dedicate ai vizi capitali scritte tempo fa in un periodo in cui l’argomento m’intrigava particolarmente sia per esperienze personali sia per le tematiche letterarie affrontate con i miei alunni, in particolare soffermandomi sulla Divina Commedia. Successivamente una notte scrissi di getto un racconto in cui la lussuria era “la protagonista” e così pensai di collegarlo alla poesia scritta precedentemente. Poi pensai “Perché non scrivere un racconto per ogni vizio e unirlo alle altre poesie?” Mi entusiasmai e mi tuffai con entusiasmo nel progetto. Man mano che scrivevo mi venivano altre idee e così non solo racconto e poesia ma anche un brano musicale, una ricetta, un’illustrazione e un consiglio per i sette vizi (più uno). Per quanto riguarda i brani musicale si tratta di quadretti composti ad hoc dalla pianista Maria Grazia Ritrovato. Le illustrazioni sono state realizzate da mia figlia Roberta Goglia. Approfitto di questa domanda per ringraziare l’editore Aldo Putignano per la fiducia e l’opportunità e l’editor Roberta Russo.
  • Il vento come fonte di ispirazione mi ha colpito tantissimo. In quale maniera quest’elemento della natura ti porta a scrivere?Il vento, il fil rouge del libro… come tutti gli elementi della natura, mi ha sempre ispirato e nelle sue diverse forme può diventare metafora di aspetti della vita: dalla passione alla malinconia, dal dolore alla gioia.
  • A ogni vizio è infatti associato un vento. Secondo te qual è quello più affascinante e quello più pericoloso per l’uomo?Lo scirocco è il più affascinante e il più pericolose, le sue raffiche calde sono violente raffiche chetrascinano, sollevano le onde del mare e possono trasformarsi in uragani.
  • Per ogni racconto c’è una ricetta di cucina: parole e arte culinaria che vanno a braccetto. Raccontami come nasce l’intuizione.La gastronomia è un’arte: con gli ingredienti, come con le parole, le note, i colori, nascono creazioni. Amo cucinare e inventare o modificare ricette e l’accostamento ai vizi con alcune di queste come con i venti è diventata una metafora gustosa e perché no, anche una piccola guida gastronomica.
  • Quale vizio è quello più negato o da cui si prende le distanze nei discorsi umani?Decisamente l’invidia, che spesso è causa di dolore, delusione, isolamento, stalkeraggio, mobbing, ingiustizie. L’invidia nelle forme estreme può sfociare nella calunnia, “un venticello/un’auretta assai gentile, che insensibile, sottile/leggermente, dolcemente,/incomincia, incomincia a sussurrar…”
  • Fuori dalla retorica, tu quale dei sette possiedi maggiormente?Il peccato di gola con un pizzico di narcisismo. Quelli che non mi appartengono affatto sono l’avarizia e la superbia.
  • Hai già fatto alcune presentazioni a Napoli. Ce ne saranno altre?Sì, ho fatto due presentazioni a Napoli presso il foyer del teatro Bellini e da 50&Più grazie a Salotto Striano. Sicuramente ce ne saranno altre con musica e degustazioni.

 

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