“Una ecografia per il quinto mese di gravidanza? Il primo posto disponibile è a ottobre 2017, tra 10 mesi“. E’ la risposta surreale che una donna, incinta al secondo mese, si è sentita dare dal Cup della Asl di Napoli e che ha denunciato all’Associazione per la giustizia in Italia (Agitalia.info) con l’obiettivo di rendere noto l’episodio – “non isolato” secondo l’associazione – e valutare possibili azioni legali.
“Giovanna Coppola, 41 anni, sposata, già vittima di un grave incidente stradale che l’ha costretta ad una grave afonia, era già nostra associata per la sua pratica di invalidità civile“, spiega all’Adnkronos Salute Giovanni Ripoli, responsabile Agitalia, associazione che tutela, in particolare, i risparmiatori. “Ma sono in aumento le segnalazioni che ci arrivano in tema sanitario: su 100 richieste di intervento di tutela di risparmi abbiamo almeno 5 persone si lamentano per disservizi in sanità“. Come nel caso “della signora Coppola, originaria di Napoli ma residente a Bergamo che qualche giorno fa, attraverso una amica, ha fatto contattare il Cup della sua Asl in Campania per prenotare l’esame diagnostico-strumentale, ecografia del quinto mese gestazionale, esame convenzionato con il Ssn“.
La risposta ottenuta “l’ha lasciata senza parole. La signora Giovanna ha dunque deciso di eseguire tutte le analisi prescritte in regime privatistico, spendendo circa 500 euro. Ma ora stiamo valutando la possibilità di un’azione civilistica ‘restitutoria’ con il ministero della Salute per ottenere il rimborso della somma spesa quando l’assistita del Ssn poteva beneficiare, a pieno diritto, dell’esenzione dal ticket se l’esame diagnostico-strumentale fosse stato eseguito in ‘tempi ragionevoli’ vista e considerato anche lo stato gestazionale della signora“, dice Ripoli.
Ora, aggiunge il responsabile dell’associazione , “speriamo che non si ripresenti lo stesso problema con l’amniocentesi, un esame che data l’età della nostra associata, è considerato appropriato ma che, in regime privato ha un costo difficile da sostenere“. Purtroppo, conclude Ripoli, “nel nostro Paese ci sono ancora moltissime differenze regionali. Ci sono dei territori dove per una visita si aspettano anche 2 anni“.
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