Il prossimo 3 marzo, a seguito di un’ordinanza di sfratto esecutivo, dopo oltre due secoli di storia produttiva, di sacrifici operai, di saperi manifatturieri, l’Antico Opificio Serico di San Leucio, l’ultima spoglia mortale della Real Colonia della Seta fondata dall’assolutismo illuminato dei Borbone delle Due Sicilie, chiuderà i battenti. Non solo 15 nuclei familiari e altrettante maestre nella lavorazione della seta pregiata verranno gettate miserevolmente sui marciapiedi, ma una delle ultime testimonianze di un’appartenenza culturale, economica, sociale e politica di più di 1000 anni di storia.
Nessuna svolta epocale verso il meglio, nessuna felicità o autonomia, emancipazione, può giungere, farsi vera, realizzarsi, dimenticando il proprio passato, la propria storia, la propria identità culturale e produttiva. Solo impugnando saldamente ciò che è stato fatto in passato, sarà possibile tracciare un solco nella terra del presente e riuscire a progettare il più giusto e consapevole vomero per un nuovo corso delle cose; coerentemente con ciò è assurdo pensare di gettare al vento 239 anni di produzioni seriche per via di un ingiunzione di sfratto.
Se non venisse operato nulla affinché non chiuda l’ultimo stabilimento serico di San Leucio perderemo un pezzo importante delle nostre radici storiche e con esso uno di quei mattoni sui quali per anni il revisionismo storico ha cercato di ricostruire una coscienza delle masse per le masse dalle masse nel Mezzogiorno.
Se nessuno ostacolasse questa ordinanza il 3 marzo finirà ciò che nacque al mondo il 25 marzo del 1776, grazie alla schiera di personalità filosofiche e scientifiche che caratterizzarono l’assolutismo illuminato di Ferdinando IV di Borbone. La crema della cultura scientifica, del pensiero e della produzione spinse il Re delle Due Sicilie, a concretizzare uno dei molti esperimenti da effettuare per una futura emancipazione delle Due Sicilie dall’industria e dalla tecnologia estera, in altre parole per dotare il Mezzogiorno di un nazionale e autonomo tessuto produttivo: la Real Colonia della Seta di San Leucio, a pochi chilometri dalla Reggia di Caserta.
L’esperimento di grande manifattura cercò di realizzare un vero e proprio settore produttivo duosiciliano, progettando di oltrepassare in qualità e produttività gli stabilimenti serici francesi della città di Lione. Affinché San Leucio divenisse non solo un esperimento produttivo ma un esperimento sociale su cui ripensare l’impianto politico del regno tutto, Ferdinando IV e i suoi filosofi invitarono le migliori maestranze seriche francesi e italiche e li organizzò in una comunità con un proprio statuto a carattere sociale. Quest’ultima fondeva gli studi economici e cristiani del Genovesi con iniezioni di egualitarismo di marca illuminista.
L’esperimento scientifico, sociale e politico della Real Colonia di San Leucio oltre all’assegnazione di un alloggio con acqua corrente e servizi igienici, offriva una formazione scolare gratuita, mista e obbligatoria, una cassa “di carità” e l’assistentato agli invalidi e agli anziani. Su queste basi sociali in brevissimo tempo le Due Sicilie conquistarono la fama e il rispetto internazionale. Prodotte furono Seta, lampassi taffetà, damaschi, liseré e tutte le geometrie e le decorazioni all’epoca di moda. Alla fine dell’Ottocento fu la Famiglia De Negri che traghettò le maestranze e questa originale struttura produttiva a conquistare il nuovo secolo e con quest’ultimo il nuovo millennio. Oggi Andrea Sabelli e Francesco De Negri si sforzano di continuare l’ispirazione Duosiciliana insita nel fu Statuto sociale di San Leucio e in ciò che fu edificato in piazza della Seta, di fronte al complesso monumentale che introduce al Belvedere. Oggi la seta dell’AOS di San Leucio veste le più sontuose reggie del globo, dal Palazzo del Quirinale alla Casa Bianca, dal Cremlino alla Città del Vaticano.
“La virtù e l’eccellenza nell’arte (…) l’onore e la singolarità nel lavoro (…)“. Il proseguimento di ciò che fu “l’Antico Opificio Serico di San Leucio produce nel proprio stabilimento tessuti unici al mondo, grazie ad un archivio composto da oltre 10.000 disegni originali, alla straordinaria capacità artigiana accumulata nel tempo e alla passione di tutti i tecnici che ci lavorano“. Sono già molti gli appelli e le iniziative di queste settimane per evitare questo duro colpo alla nostra identità produttiva, culturale e storica; a questi, con questo nostro articolo, cerchiamo di dare un contributo di spinta, affinché i grassi e vuoti politici di partito dei giorni nostri si alzino dalle loro poltrone e facciano ciò che è giusto non solo per loro ma per il futuro della nostra cultura.
This post was published on %s = human-readable time difference
Nel 2024 il Cratere del Vesuvio ha accolto 617.524 visitatori, registrando un incremento di 85.938…
Un tour nei vicoli dove è cresciuto ma anche nelle piazze dove ha mosso i…
Una serata di musica, emozioni e spettacolo per chiudere in bellezza le festività natalizie e…
L’ironia dissacrante e poetica della creazione scenica di Silvia Gribaudi inaugura la seconda edizione della…
Con l’inizio del nuovo anno, siamo lieti di presentare ai lettori due saggi che arricchiscono…
Dopo le ultime edizioni con oltre 20mila presenze, torna l'Epifania a Piazza Mercato con la…