Ci può stare che anche dalla sponda torinese e dal giornale simbolo della città di Torino possa essere scritto un articolo in difesa dell’onorabilità della vecchia signora bianconera e che si difenda la squadra di Agnelli e Marotta. Ci può stare come dice il nostro Rafa Benitez nel calcio ognuno difende il suo cortile, la sua squadra anche con il rischio di cadere ne paradosso, vero amici giornalisti torinesi? Sono stati acclarati giudiziariamente molti abboccamenti tra arbitri e società juventina in passato, il lupo, pardon la zebra, perderà anche il pelo, ma il vizio?
Noi della redazione sportiva, comunque, per par condicio abbiamo voluto riportare l’articolo di Tuttosport, lasciando il commento ai nostri lettori.
Tutto questo ci appariva giusto dopo aver pubblicato articoli su torti arbitrali, o sviste ancor meglio, subiti dal Napoli (per noi sacrosanti) e video in cui cercavano di convincere i gobbi napoletani a cambiare maglia e ricordavamo il nostro Pino con un video altamente emozionale.
Pertanto vi lasciamo alla lettura, aspettando i vostri commenti.
“Che barba, che noia, che noia che barba”. Sandra Mondaini era un genio almeno tanto quanto Raimondo Vianello e la nostra prima pagina di oggi rende indirettamente omaggio a due attori e autori celebrati senza dubbio meno di quanto, tuttora, meritino. Anche se, in realtà, abbiamo preso in prestito il tormentone della grande Sandra per riassumere lo stato d’animo della Juventus e del suo popolo di fronte all’ennesima battaglia mediatica per screditare la più che legittima vittoria del San Paolo. La rabbia, infatti, sfuma nel tedio di fronte all’ennesima recriminazione che, sinceramente, è parsa proprio come il copione di una sit-com.
Quasi che il tweet di De Laurentiis fosse lì, già preparato, pronto all’uso, come il tormentone comico di certe fortunate serie televisive. Hai perso contro la Juve? Via, spara subito una bella accusa all’arbitro e fai contenti i tifosi che digeriscono meglio la sconfitta e non se la prendono, nell’ordine, con:
1) i loro giocatori che hanno reso meno del previsto;
2) del loro allenatore che non ha azzeccato le mosse;
3) della società che non ha allestito una squadra all’altezza.
La frase “la Juve è già forte, se poi viene aiutata dagli arbitri diventa imbattibile” ha lo stesso sapore di certi surgelati di rapida cottura, per la serie “quattro alibi in padella” e in cinque minuti fai un figurone.
Se un fuorigioco, che solo con una professione di fede si può dire di aver perfettamente percepito dalle immagini televisive, diventa il perno su cui far girare la gogna mediatica, il sospetto della premeditazione (delle accuse alla Juve, non degli errori arbitrali) diventa legittimo. Anche perché molto raramente il rumore provocato dagli errori a favore delle dirette concorrenti dei bianconeri o a danno degli stessi bianconeri ha il medesimo o anche analogo volume. Insomma, se il gioco si è “massacriamo gli arbitri“, allora le regole devono valere sempre e per tutti. Così come se si decide la strada del “parliamo di calcio, gli arbitri possono sbagliare”. Non siamo così tromboni (e poco italiani) da preferire la seconda via alla prima, solo pensiamo ci vorrebbe un po’ più di coerenza. Tutto qui.
Dopo aver letto questo articolo mi sento di dire che c’è un che di vero. Alcune volte si tende a giustificare le prestazioni andando a pescare episodi singoli o sviste arbitrali che possono aver più o meno influenzato l’andamento della gara. In alcuni casi tali episodi singoli possono essere così estemporanei che si appalesano come poco determinanti ai fini del risultato.
Ma quando davanti ai tuoi occhi, non solo di giornalista, ma di tifoso e di persona anche lontana dal mondo del calcio, si presenta un ventaglio, una collana illustrata, una pariglia o una batteria di fuochi d’artificio di episodi quanto meno strani e a favore di una sola parte, beh! signori il dubbio si rafforza e, se anche non diventa una certezza, si avvicina alla concreta possibilità che l’arbitro o gli arbitri vivano qualcosa di più di una semplice sudditanza psicologica.
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