di Maria Stella Rossi – L’individuo che ha piazzato una serie di ordigni di fronte la sede del Partito Comunista a Taiyuan, nello Shanxi, ha finalmente un nome: Feng Zhijun.
L’hanno reso noto nelle scorse ore le autorità cinesi, ma il movente che avrebbe spinto l’uomo a fabbricare le bombe e a farle brillare in via Yangzi, provocando un morto e otto feriti, resta ancora un mistero.
Forse un regolamento di conti, oppure una vendetta. In Cina non sono rari attacchi di questo genere soprattutto ai danni dei membri del Partito Comunista, ma Feng Zhijun, già noto alla polizia per aver scontato nove anni di galera per furto, oltre ad aver confessato il misfatto di più non ha voluto dire. A ulteriore prova della sua colpevolezza, le autorità hanno rinvenuto nella sua abitazione anche il materiale utilizzato per la fabbricazione delle bombe.
Il Partito Comunista, però, in queste ore non deve fare solo i conti con una popolazione arrabbiata e vendicativa, ma anche con la sfida politica che i seguaci di Bo Xilai – un ex leader del P.C. Cinese condannato a gennaio di quest’anno all’ergastolo per corruzione e abuso di potere – gli hanno lanciato, andando a creare un nuovo partito.
Wang Zheng, professoressa universitaria e una dei fondatori dello Zhi Xian, che si traduce come “la Costituzione è l’autorità suprema”, ha affermato che la nascita di questo partito è del tutto «legale e ragionevole». Infatti, anche se il Partito Comunista Cinese non l’ha mai nei fatti permesso, in Cina la libertà di associazione ed espressione è garantita per legge. La Zheng ha concluso il suo intervento aggiungendo che Bo Xilai è stato nominato presidente a vita di questa nuova fazione politica.
11:27
10/11/2013