Cinquecento pizze per il Rione Sanità a Napoli

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Cinquecento pizze per il Rione Sanità a Napoli

Ciro di Maio è un napoletano che gestisce a Brescia “San Ciro”. Noto per aver insegnato l’arte bianca in carcere e per le iniziative ecologiche contro lo spreco d’acqua, adesso lancia una iniziativa in collaborazione con l’Istituto Alberghiero a Napoli. Ciro di Maio: “Installeremo un forno in piazza e cucineremo per tutti, la pizza dona lavoro e felicità”. La dirigente scolastica Giovanna Scala: “La condivisione è la miglior arma per far emergere i ragazzi del territorio”

Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Da alcuni anni lavora nel Bresciano, dove ha aperto “San Ciro”, il suo locale dove si possono provare le ricette veraci della cucina napoletana, ma anche le sue pizze con le orecchie. Non è solo uno chef, è anche un ristoratore impegnato nel sociale. Recentemente ha insegnato l’arte della pizza ai detenuti del carcere di Brescia, per dar loro la possibilità di uno sbocco occupazionale finita la pena detentiva. Forte anche il suo impegno nel mondo dell’ecologia: ha fatto parlare la sua decisione di portare l’acqua avanzata dai clienti in un canile vicino alla sua pizzeria.

Adesso, Ciro torna “a casa” per raccontare il suo mestiere agli studenti di un istituto situato nel Rione Sanità di Napoli, una zona che a lui ricorda la via dove è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha lanciato il progetto è l’Alberghiero D’Este -Caracciolo. La dirigente scolastica Giovanna Scala, coadiuvata dai docenti Rossella Scomparin, Anastasia Sismundo  e Antonio Scarpellino, ha infatti organizzato una giornata in cui la pizza scenderà in piazza per tutti i residenti. L’Istituto Alberghiero D’Este-Caracciolo, come scuola di frontiera, si trova a lavorare con ragazzi che a volte hanno alle spalle un vissuto difficile. Pertanto  questa scuola si propone di offrire ai propri studenti  delle “vetrine” utili a far emergere le loro “qualità e competenze”.

La mattina del 15 ottobre Ciro prima incontrerà i ragazzi della scuola per una assemblea nella quale racconterà la propria vita, la sua passione per un lavoro che dona opportunità e felicità. Sarà anche una lezione pratica: Ciro spiegherà agli studenti che vogliono lavorare nel mondo della ristorazione dalla contabilità alla scelta degli ingredienti e persino alle strategie di marketing. Di fronte avrà un centinaio di ragazzi, delle sezioni P e O.

Verso mezzogiorno, poi, l’iniziativa si sposterà in Piazza San Vicenzo, dove sarà allestita per l’occasione una sorta di enorme pizzeria all’aperto. Saranno invitati i residenti e i rappresentanti delle istituzioni, per un momento di convivialità all’aperto, tutti potranno mangiare la pizza serviti dagli studenti che così sperimenteranno concretamente il lavoro che li attende. I ragazzi sono pronti a servire oltre cinquecento pizze, sarà una giornata indimenticabile per tutti. 

“La condivisione è sempre l’arma migliore per fare emergere i ragazzi del territorio”, commenta con queste parole l’iniziativa la dirigente scolastica Giovanna Scala.
“Sono orgoglioso di partecipare a quest’evento, che racchiude in sé tutto il mio amore per Napoli e per la pizza”, conclude Ciro di Maio. “A proposito: si festeggiano i 135 anni dalla nascita della pizza margherita, si è scoperto che molte molecole contenute nella pizza donano la felicità e per questo ho dedicato una delle sue ultime creazioni proprio alla gioia dell’arte bianca. D’ora in poi non chiamiamola più “margherita”, ma pizza della felicità”.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

SCHEDA SAN CIRO Ciro Di Maio nasce a Frattamaggiore, un comune del Napoletano, nel 1990. Mamma casalinga, papà dal passato burrascoso. Le sue prime esperienze nel lavoro sono a 14 anni, poi si iscrive all’Alberghiero, ma a 18 anni lascia gli studi e inizia a lavorare.  Nel 2015, la svolta: trova un lavoro da pizzaiolo per una grossa catena in Lombardia, poi riesce a rilevare quella pizzeria assieme a sei soci, infine diventa titolare unico. È così che è iniziata l’avventura “San Ciro”, il suo locale a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella) che oggi impiega una quindicina di persone ed è noto per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù alla carta di alta cucina. Un locale amato perché rappresenta la tradizione napoletana, a partire dagli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale è la pasta: ogni giorno viene scelto il livello esatto di idratazione, in base all’umidità di giornata. In menù ha la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente. Ciro lo ripete spesso. “Mi piace tirare le orecchie alle pizze, ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Molti i vip che lo amano, le pareti del suo ristorante sono piene di fotografie. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui. Senza dimenticare i giocatori del Brescia Calcio e del Germani Brescia, che quando possono, anche dopo le partite, lo passano a salutare. Ciro ama le iniziative benefiche. Oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventar pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha accolto il suo progetto è stato l’Istituto alberghiero D’Este Caracciolo, ha portato a termine delle lezioni online a dei ragazzi che seguono l’indirizzo enogastronomico e l’indirizzo sala e accoglienza.