Da villa simbolo della potenza economica del clan dei Casalesi, costruita a immagine di quella di Toni Montana in Scarface, a “Centro Riabilitativo per la salute mentale”: è la “radicale trasformazione” della villa di Walter Schiavone, esponente di spicco della camorra casertana e fratello del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone, in carcere da anni. Il bene, che si trova a Casal di Principe, venne sequestrato, la prima volta, 23 anni fa. Fu poi acquisito dallo Stato e ora diventerà, grazie ai fondi regionali, un punto di riferimento per la comunità e per quanti hanno problemi mentali.
La festa per la conclusione dei lavori è prevista lunedì 30 gennaio (ore 10) alla presenza di Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, Mario De Biase, direttore generale dell’ASL Caserta, Raffaele Cantone, presidente dell’Anac e dei tre magistrati che disposero la confisca, ovvero Maria Vittoria Foschini, Diego Marmo e Francesco Cananzi (oggi al Csm).
“La villa – afferma Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce, il Consorzio che gestisce beni confiscati – ora è un simbolo del contrasto alla camorra attraverso la confisca dei beni patrimoniali, ma nel futuro dovrà diventare un simbolo nel riutilizzo sociale e pubblico dei beni confiscati alle mafie. Per questo motivo, oggi, abbiamo pensato di fare una prima festa ringraziando la magistratura e le forze di polizia che hanno operato su questi territori”. Per l’occasione sarà inaugurata la mostra fotografica “C’era una volta…Hollywood” di Mario Spada, fotografo nazionale che ha seguito anche le riprese del film Gomorra, alcune delle quali sono state girate proprio nella villa di Schiavone. Le operazioni di recupero e di valorizzazione del bene sono state affidate dagli amministratori del Comune di Casal di Principe già nel 2003 ad Agrorinasce; da quel momento è cominciato l’iter per la ricerca fondi conclusosi definitivamente nel 2007, quando è stato siglato l’Accordo di Programma per l’importo di 1,5 milioni di euro tra l’ASL di Caserta, in qualità di soggetto gestore, la Seconda Università di Napoli, stazione appaltante, la Facoltà di Architettura di Aversa, in qualità di progettista, il Comune di Casal di Principe, proprietario del bene, Agrorinasce, e la Regione Campania, soggetto finanziatore attraverso l’utilizzo dei fondi FAS. (ANSA).