IL CLUBINO: LABORATORIO DI TEATRO CONDOTTO DA ROBERTO AZZURRO E SERGIO SIVORI I EDIZIONE

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Nasce il nuovo laboratorio di teatro condotto da due attori partenopei pronti a mettersi in gioco per formare i talenti del domani. Roberto Azzurro e Sergio Sivori, ogni giovedì, impartiranno lezioni rivolte a un pubblico di adulti (under 35). Gli incontri – due a settimana – si terranno presso la sede di Vico Acitillo 106 dell’associazione culturale “Il Clubino”, Vomero, Napoli.

L’attore, per fare la differenza sul piano locale, nazionale e internazionale necessità di conoscenza, disciplina, studio, concentrazione e dedizione. Con questi presupposti i due artisti intendono formare gli/le allievi/e, consentendo loro di comprendere i trucchi del mestiere e arricchire il proprio bagaglio di esperienza.

Il corso è rivolto a chiunque abbia voglia di avvicinarsi a questo mondo utopico ma, al contempo, tangibile.

Il laboratorio si atterrà a tutte le regole previste dalle normative vigenti a salvaguardia della salute pubblica avverso attuale epidemia da covid19.

 

 

 

L’ATTORE E IL SUO MESTIERE

Sono molte le riflessioni, che per amor di chiarezza chiamerei anche ossessioni, che ci farneticano le ore e i giorni. Prima fra tutte, il senso del teatro ai giorni nostri. Pensato da un punto di vista della comunicazione primitiva fra esseri umani, e cioè l’intento di trasferire una immagine dal proprio cervello a quello di un altro. Il cosiddetto progresso è arrivato al punto di compiere questa operazione tecnologicamente tramite la fotografia e poi addirittura tramite un computer per mezzo di una cosiddetta pen-drive. Il teatro da sempre compie questo miracolo semplicemente tramite due esseri umani: l’attore, appunto, e lo spettatore. Soltanto quando all’uomo sarà inserito nel corpo un micro-chip, e ammesso che questo sia in grado di trasferire una immagine appunto da un essere umano all’altro, forse, morirà il teatro. Prima di allora no. E a quelli che credono che il teatro sia morto bisognerebbe impedirgli di essere a tal punto auto-referenziali da credere che il teatro, che vive da duemila anni e più, non si sognerebbe di morire proprio mentre sono vivi loro, così tristi e disattenti.

Certo, vi sono tanti altri fenomeni che spesso chiamano teatro, ma non lo sono: sono appunto fenomeni che nascono per portare molta gente nelle sale teatrali, senza preoccuparsi se poi torneranno o no. D’altronde in perfetta modalità “consumismo”.

Riflettiamo, poi, sulla vera funzione della cultura, su una alfabetizzazione voluta spasmodicamente, ma che non si è trasformata in Cultura: tutt’altro.

A proposito di ossessioni, riflettiamo costantemente su cosa è il teatro, e sempre ci rispondiamo che è quella forma di comunicazione artistica che necessità soltanto di due cose imprescindibili: un attore e uno spettatore. E basta: tutto il resto non serve.

E il nostro lavoro, a proposito dell’insegnamento dell’Arte Teatrale, la più artigianale che ci sia, si confronta ancora e sempre con tre cose: un pensiero formulato da un attore, una tacita domanda posta dallo spettatore e una risposta immediata, che è il testo che recita appunto l’attore. E il lavoro sull’attenzione diviene quindi fondamentale ai fini del raggiungimento dello scopo di imprimere per sempre un testo nella mente degli spettatori.

Ma al linguaggio verbale si aggiunge forse il più antico e il più duraturo e il più universale e il più insindacabile dei linguaggi, che è quello del corpo. Il corpo non mente mai, giacché tra il pensiero e il movimento appunto non avviene mai nessuna censura o compromesso e dunque il nostro pensiero si manifesta attraverso il nostro corpo con una sincerità potente e assoluta.

Certo, gli spettacoli del corpo possono essere tanti, danza, mimo, nelle varie forme. Ma il teatro del corpo è uno: inequivocabile e personale. È ad esso, ben oltre i proclami dalla scena, che si deve la conquista del gesto teatrale razionale e emotivo allo stesso tempo.

E, dopo aver approfondito il lavoro sul pensiero, sulla parola e sul testo quindi, è sul lavoro del corpo che si incontrano fruttuosamente Roberto Azzurro e Sergio Sivori, e mettono insieme le loro esperienze per farle convergere in un nuovo, moderno e chiarissimo percorso, per costruire l’attore moderno.

 

E il loro nuovo laboratorio è indirizzato dunque ad attori, a studenti, ai giovani gruppi di teatro, ai cantanti, ai danzatori, agli insegnanti, agli psicologi ed in generale a tutte alle persone interessate ad un lavoro di ricerca teatrale per conoscere gli elementi del lavoro dell’attore sulla voce e lo spazio. Attraverso l’emissione della voce in gruppo e da soli, attraverso la ricerca dell’azione nella voce. Attenzione e percezione, percezione e flusso, vedere, ascoltare, essere a contatto e il montaggio delle azioni fisiche. Il lavoro sui canti, gli esercizi di coordinazione, le diverse azioni, le improvvisazioni strutturate, la drammaturgia, il montaggio, e altri strumenti del lavoro dell’attore.

Roberto Azzurro e Sergio Sivori

IL PERCORSO POTREBBE ARTICOLARSI INTORNO A QUESTI TEMI, INTORNO A QUESTI ARGOMENTI, INTORNO A QUESTI PROPOSITI.

 

Dalla Teoria alla Pratica:

Il teatro come rappresentazione reiterata della vita

Il lavoro dell’attore (il dono della replica)

La parola per essere compresi

La voce

Il gesto e il corpo

Il lavoro sull’Attenzione

Lavoro sul corpo:

  • Le cinque posizioni per la voce
  • Gli stati fisici e gli stati emotivi
  • La geometria dello spazio

Temi che verranno sviluppati durante i lavori:

  • Esercizi di propriocezione e coordinazione
  • Lavoro tecnico sulla voce e sul corpo
  • Lavoro su canto comune vocale e ritmico
  • Songs Lines, alla ricerca dell’azione nella voce.
  • Costruzione e sviluppo della struttura.

Il lavoro sulle azioni fisiche

Il montaggio delle azioni fisiche.

La partitura del performer

 

Nel laboratorio di teatro sono comprese anche lezioni di dizione.

 

 

C.V.

ROBERTO AZZURRO:

Attore, regista e autore teatrale.  Ha debuttato in teatro con Antonio Casagrande, di cui è stato allievo e da allora ha recitato con Mario Carotenuto, Nello Mascia, Pietro De Vico, Piera Degli Esposti, Mario Scarpetta, Giancarlo Cobelli. È stato aiuto regista di Antonio Calenda, con cui ha collaborato per sette anni da aiuto regista, assistendolo nella direzione di attori quali Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Roberto Herlitzka, Gabriele Ferzetti. Dal 2003 comincia una più attiva collaborazione con Carlo Cerciello: è da circa quindici anni insegnante di recitazione del “Laboratorio Permanente del Teatro Elicantropo”. Ha tanto collaborato con Manlio Santanelli interpretando molto del suo teatro di questi ultimi anni. L’ultimo premio ricevuto è “Ritratti di territorio 2019”, per i personaggi che nel territorio si sono distinti per il loro lavoro.

SERGIO SIVORI:

Attore, doppiatore, regista, performer, docente. Volto noto del teatro, del cinema e della televisione. Giovanissimo si dedica allo studio delle tradizioni popolari e più approfonditamente dei canti tradizionali dei popoli del Sud Italia. Ha elaborato un personale studio sulla maschera di Pulcinella legata alla visione pittorica del Tiepolo. È direttore del centro internazionale per la ricerca e la sperimentazione teatrale “NEW LABORATORIUM TEATRO”. È ideatore e direttore artistico del Vomero International Film Fest (Napoli). È ideatore de “LA VIA DELLE STELLE”, la walk of fame del cinema napoletano. Suo è il disegno che riproduce la stella a sei punte dedicata a TOTO’ inaugurata a Napoli il 13 maggio 2017 in via Scarlatti alla presenza delle massime autorità. Ha ricevuto premi internazionali e nazionali per il film “IGNOTUS”, in cui ha ricoperto il ruolo di attore protagonista.

 

Info:

ilclubinonapoli@gmail.com

Piera Salerno: 3281019922