Esiste un effetto stagionale estremamente significativo nella diffusione e gravità del Covid-19 in Italia: in estate, con il sole e il caldo, il virus è molto meno letale. A dimostrarlo è un lavoro che si basa su una analisi quantitativa dei dati, firmato tra gli altri da Antonio Coviello e dall`associato Renato Somma dell`Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iriss).
“Dopo i drammatici picchi di contagio e decessi dei mesi iniziali dell`epidemia, a partire da maggio il decorso della malattia è stato estremamente più mite. Questa osservazione – che insieme al calo drastico dei contagi nei mesi estivi di giugno e luglio ha dato adito ad accese dispute, tra chi sosteneva la necessità di mantenere alto il livello di precauzione e chi, al contrario, sosteneva il depotenziamento del virus – è stata per la prima volta quantificata statisticamente a livello nazionale“, osserva Coviello.
“Lo studio ha analizzato in maniera sistematica, da aprile ad agosto 2020, il rapporto tra terapie intensive e casi attivi e quello tra decessi e casi attivi. Due indicatori estremamente significativi nello studio dell`aggressività della malattia. Entrambi questi rapporti calano bruscamente a partire da maggio e, all`inizio di agosto, raggiungono valori quasi 20 volte minori rispetto al picco di inizio aprile“.
L`articolo, dal titolo “The evolution of COVID-19 in Italy after the spring of 2020: an unpredicted summer respite followed by a second wave”, è pubblicato sull`International Journal of Environmental Research and Public Health, in collaborazione con Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Facoltà di Medicina dell`Università di Napoli Federico II, Dipartimento Ambiente della Regione Puglia e New York University, ed è firmato anche da Giuseppe De Natale, Vito Marchitelli, Lorenzo De Natale, Claudia Troise, Karen Holmberg.
“Questi rapporti, sebbene influenzati dal continuo aumento dei tamponi, a un`analisi statistica accurata risultano comunque significativamente minori nei mesi estivi in cui, oltre a essere drasticamente diminuiti i contagi, anche il decorso della malattia è stato molto più mite“, prosegue Somma. “Questo effetto è in totale contrapposizione con quanto prevedevano, a maggio, i gruppi internazionali di epidemiologia che arrivavano ad ipotizzare migliaia di decessi giornalieri ed oltre 150.000 pazienti bisognosi di terapie intensive entro luglio, dopo le riaperture totali effettuate in Italia dall`inizio di giugno“.
Il calo estivo è attribuito, nello studio, a due fattori fondamentali: “L`effetto fortemente sterilizzante dei raggi solari ultravioletti sul virus e la nota stagionalità della risposta immunitaria, che in estate è più efficace e meno infiammatoria. Nella fase grave, Covid-19 si comporta essenzialmente come una malattia auto-immune, in cui i danni maggiori agli organi bersaglio, in primis i polmoni, sono generati dalla risposta infiammatoria del sistema immunitario nota come tempesta di citochine“, spiega Lorenzo De Natale dell`Università di Napoli. “La marcata stagionalità della pandemia, dimostrata per l`Italia, sembra comune agli altri paesi europei e potrebbe spiegare la letalità molto bassa riscontrata in paesi caldi e soleggiati, anche in presenza di condizioni igieniche e sistemi sanitari peggiori che nei paesi nord-occidentali“.
Infine, il lavoro analizza i trend di contagi in Italia nel periodo da fine agosto a fine ottobre, “confermando l`effetto di mitigazione estivo con l`osservazione che da settembre, assieme ai contagi, sono risaliti anche i rapporti tra terapie intensive e casi attivi e tra decessi e casi attivi, nonostante il numero di tamponi costantemente in crescita“, conclude Coviello: “Poiché andiamo incontro all`inverno, bisogna utilizzare adeguate misure di contenimento finché la vaccinazione non eliminerà il problema“.
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