Attualità

“Com’è umano Lei!” Fantozzi, l’uomo medio anni ’70 Vs uomo medio di oggi

Com’è umano Lei … “ Alzi la mano chi non ha mai sentito questa frase, tratta dalla celeberrima saga “Fantozzi”!

Circa una settimana fa ho sognato un qualcosa di strano: ero sul set del film del grande Paolo Villaggio, e stavo chiacchierando proprio con lui che mi diceva: “ Fabio, ma ci pensi che in realtà Fantozzi anni ‘70 fa ridere ma messo al giorno d’oggi potrebbe far morire d’invidia tantissime persone?”. Sono rimasto spiazzato, non sapevo cosa rispondere, mi sono svegliato improvvisamente senza poter continuare il sogno, ma riflettendo su queste sue parole. In effetti, sogno o visione notturna che sia, tanto torto non aveva il buon Paolo … Ho deciso quindi di poter approfondire questo dilemma, indagando su ciò che è stato questo film e il suo significato: Fantozzi, una saga cult anni ’70, frutto della genialità di un grande attore quale Paolo Villaggio, volto a far riflettere sulla figura dell’impiegato medio italiano di quegli anni, sottoposto a varie umiliazioni dal potere, un film che rivedendolo anche più volte faceva ridere per la comicità pungente di Paolo … comico sì, senza dubbio, risate a crepapelle inondano le varie vicende legate al ragioner Ugo e la sua famiglia, ma non per questo non molto profondo. Un film che è riuscito ad entrare in tutte le case italiane e a lanciare dei messaggi molto forti sulla condizione dell’essere umano in una società frenetica, arrivista, consumista e materialista. Riflettiamo attentamente, possiamo riscontrare parecchie similitudini tra il Fantozzi anni ‘70 e la società di oggi: viviamo ugualmente in una società del consumo, una società sprezzante dell’altro, arrivista, dove si pensa ad accumulare avidamente anche se a scapito dell’altro non credete? Fantozzi vive in una società invivibile, non vive ma sopravvive, disavventura dopo disavventura! Quello che noi tutti abbiamo sempre immaginato come un semplice personaggio di fantasia in realtà era frutto di una vera indagine sociale di Villaggio … perché? Semplice, ha creato un vero mix tra esperienze di vita reale da impiegato dell’epoca dell’Italsider e varie gag comiche agli albori della sua carriera comica, quindi c’è una verità nei suoi racconti, una verità dal sapore amaro, raccontata con una vena ironica ma sarcastica. Ecco, la genialità dell’autore è stata proprio quella di cogliere vari aspetti della società e trasportarli su scena con vena satirica quasi, rimarcando aspetti marci del mondo di allora, un mondo che in fin dei conti è rimasto più o meno lo stesso: cambiano i tempi, gli anni, ma le persone marce no! La megaditta dove lavora Fantozzi ad esempio potrebbe ( anzi, è ) il simbolo dello sfruttamento del lavoro, dove i grandi capi restano sempre al loro posto, ricchi e potenti, e dove il povero impiegato deve farsi in 4 per portare un misero stipendio a casa, tra false promesse di crescita professionale ed economica: i vincitori hanno la possibilità di ascesa all’interno dell’azienda mentre gli ultimi classificati si ritrovano con contratti di “schiavitù” o rischiano il licenziamento … Non trovate parecchie similitudini con il mondo attuale? E qui mi soffermo su una mia riflessione: Fantozzi = antieroe della società, dei soprusi della società. Ma antieroe non in senso spregiativo, lo fa per autodifesa, e in questo rivedo la stragrande maggioranza delle persone anche di oggi! Il suo obiettivo è solo quello di non perdere il posto di lavoro, è disposto a tutto pur di mantenerlo, anche a subire le angherie quotidiane dei suoi superiori, si rifugia nella mediocrità della sue vita, della sua solita routine quotidiana rinunciando a far valere le sue abilità pratiche, rinunciando ai suoi sogni … Dicendo questi pensieri resto con una sorta di sorriso amaro, molto amaro, penso ai sogni di ognuno di tutti noi, sogni che spesso e volentieri restano tali, e perché? Eh, perchè pur di non affogare magari siamo costretti a cedere, ad accettare lavori malpagati, a non far valere i nostri diritti, a non far emergere quelli che sono i nostri poteri, a non farci valere per quello che siamo … vittime del sistema corrotto di una società malata: zero riconoscenza, zero soddisfazioni!


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Da sinistra, Li? Bosisio, Paolo Villaggio e Plinio Fernando nel film “Fantozzi” (1975)

Fantozzi, come già detto, rispecchia il prototipo dell’uomo medio anni ‘70, un personaggio mediocre di una società arrivista …. Ma oggi?

Riflettiamo bene, tutto sommato il personaggio Fantozzi aveva un lavoro decente, un contratto a tempo indeterminato ( un miraggio al giorno d’oggi ), una casa di proprietà, una vera pensione ( cosa che noi tutti chissà se la vedremo mai ), la possibilità di un mese intero di ferie. Oggi un uomo medio guardando questo film può pensare al suo lavoro precario e sottopagato, al mutuo da pagare, alla vita frivola di oggi ricca solo di social … E risulta davvero difficile trattare il ragionier Fantozzi con aria di superiorità, la sua vita non fa ridere più di tanto … la mediocrità del personaggio Fantozzi oggi è un vero lusso! Mi viene da dire che colui che fino a pochi anni fa rappresentava il “piattume” dell’impiegato medio italiano adesso è diventato l’obiettivo agognato da molti!

Insomma, risate a parte, questo film dovrebbe far riflettere tutti noi: in fin dei conti siamo tutti un po’ Fantozzi!

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Fabio Iuorio

Osservatore del sociale a 360°, amo scrivere e guardare Oltre Ho amato il ruolo di giornalista e speaker radiofonico fin da bambino, mi piace poter approfondire temi a sfondo sociale spesso ignorati dalla società moderna. Che dire, come si evince dal titolo della mia trasmissione ( Imagine - Il Mondo Che Vorrei ) … sono un eterno sognatore di un mondo come quello descritto da John Lennon in Imagine, un mondo dove non esistono discriminazioni e guerre, nulla per cui uccidere o morire.

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