Con un contratto a tutele crescenti posso chiedere un mutuo?

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Con un contratto a tutele crescenti posso chiedere un mutuo?

Con un contratto a tutele crescenti quante possibilità avrò di ottenere un mutuo? Di certo tantissimi giovani se lo sono chiesti negli ultimi tempi. Per poter compiere il grande passo, l’aiuto delle banche è infatti fondamentale, specie in questo periodo di difficoltà economica. Ma una volta individuato il finanziamento più vantaggioso, magari utilizzando SuperMoney e il suo servizio di confronto mutui per avere una panoramica più completa delle varie proposte del mercato, quante possibilità hanno i giovani di oggi di ottenerlo davvero?

Domanda che risulta ancora più rilevante alla luce dei nuovi contratti lavorativi a tutele crescenti introdotti dal Jobs Act. Per sopperire alla mancanza di dati ufficiali sul tema, l’Osservatorio SuperMoney si è proposto di indagare il rapporto tra nuove formule contrattuali e concessione dei mutui interrogando direttamente cinque istituti di credito (Banca Sella, CheBanca!, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo e UniCredit).

La simulazione di SuperMoney

Ad ogni banca è stato chiesto di fornire una simulazione del mutuo che offrirebbe ad un giovane col seguente profilo:

* Under 30

* Assunto con un contratto a tutele crescenti

* RAL (Retribuzione Annua Lorda) di 25.000 euro

* Valore dell’immobile che si intende acquistare i 200.000 euro

Questo il risultato della simulazione per ciò che riguarda i mutui a tasso variabile:

Cattura

 

Per ciò i finanziamenti a tasso fisso, la simulazione ha dato i seguenti risultati:

Cattura

 

Conclusioni

Tutte le banche coinvolte nella simulazione hanno sottolineato che non esistono differenze di trattamento tra lavoratori assunti a tempo indeterminato e con un contratto a tutele crescenti. L’unico vincolo per la concessione del mutuo è, ovviamente, la reale capacità del richiedente di soddisfare i criteri di affidabilità adottati dalla banca.

Anche UbiBanca, che non ha partecipato alla simulazione, ha comunque tenuto a dichiarare di essere da sempre attenta ai giovani e di dedicarsi fin dal 2013 alla creazione di soluzioni creditizie studiate appositamente per questo target.

Tornando alla simulazione, solo in un caso è stata chiesta la firma di un garante, mentre per quanto riguarda l’ipoteca le politiche applicate sono le stesse dei contratti di mutuo tradizionali, che solitamente prevedono un’iscrizione ipotecaria pari al 150% del finanziamento erogato.

“Alla luce di una serie di congiunture di carattere sia economico che sociale – commenta Andrea Manfredi, amministratore delegato di SuperMoney – possiamo dire che questo è davvero il momento ideale per i giovani che si sentono pronti ad affrontare il progetto di mutuo. I valori immobiliari sono ai minimi storici, i tassi di interesse rasentano lo zero e se questi nuovi contratti portassero realmente ad una apertura da parte delle banche potremmo davvero aspettarci una ripresa del settore”.

Del resto, anche il Premier Renzi ha ribadito l’impegno di Governo e Abi per far sì che il Jobs Act non costituisca un ostacolo per i giovani, ma piuttosto un’opportunità. In ogni caso, essendo le nuove formule contrattuali in vigore solo da poco più di due mesi, è ancora presto per cantare vittoria. Il team dell’Osservatorio SuperMoney tornerà senz’altro sull’argomento nei prossimi mesi per monitorare l’evoluzione della situazione e per verificare che le promesse del Premier e dell’Abi trovino riscontro della realtà.