di Redazione
Due anni fa l’Italia guardava esterrefatta il relitto della Costa Concordia, china su se stessa, affondata a poca distanza dall’Isola del Giglio, senza immaginare che l’immensa nave da crociera della compagnia Costa Crociere sarebbe rimasta visibile per metà per molti mesi a venire. La Concordia è stata, infatti, ribaltata e riportata in posizione verticale solo alle 4 del 17 settembre 2013.
Ben 32 le vittime del naufragio ed un imputato, il comandante Francesco Schettino, originario di Meta di Sorrento, finito sotto processo con l’accusa di aver causato il naufragio per un “inchino” azzardato, una manovra disastrosa che causò lo scontro con la scogliera poco dopo le 21.30 del 13 gennaio 2012. Schettino, tra l’altro, abbandonò la nave dopo l’incidente, rifugiandosi su una scialuppa di salvataggio e lasciando il comando in una situazione tanto grave.
Proprio Schettino, che questa mattina avrebbe dovuto essere a Grosseto per l’udienza a suo carico – che non si è svolta a causa di uno sciopero dell’avvocatura – ha espresso “profondo cordoglio” e “dolore indelebile” per la tragedia, associandosi ”al silenzio commemorativo in aula”. I naufraghi sopravvissuti e i legali di parte civile hanno, infatti, organizzato un sit in in aula per ricordare le vittime.
13 gennaio 2014
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