Conte e Macron a Napoli per sancire la pace Italia-Francia e respingere la psicosi da coronavirus

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Pace fatta tra Italia e Francia dopo la grave crisi diplomatica di un anno fa, ora i due Paesi hanno un nemico comune: l’epidemia di coronavirus che si sta diffondendo in Europa. Nel 35esimo vertice intergovernativo a Napoli, il primo da due anni e mezzo, il premier Giuseppe Conte e il presidente Emmanuel Macron hanno non solo ribadito l’importanza delle relazioni tra i due Paesi – rilanciandole con consultazioni rafforzate – ma soprattutto hanno voluto fare fronte comune contro allarmismi e populismi che vorrebbero blindare l’Italia. “Le frontiere restano aperte”, è il messaggio dei due leader. Per Conte sarebbe “un danno economico irreversibile”, mentre Macron ha ironizzato sulla richiesta di chiusura arrivata da Marine Le Pen: “Pare che il virus non si fermi ai confini… è un’emergenza che riguarda tutti” e che merita una risposta europea, a cominciare da una maggiore flessibilità sui conti.

Per arginare il virus Conte e Macron hanno infatti in mente altro: a cominciare dal “condividere le informazioni relative ai viaggiatori di ritorno o diretti nelle aree a rischio e condividere le conoscenze scientifiche e le informazioni sulle misure di contrasto adottate”, come recita la dichiarazione finale del vertice.

L’appello però è anche quello di tornare alla normalità, evitando di “chiudere a priori eventi pubblici di rilievo” e di decidere caso per caso. Sono già troppi infatti i danni economici e i rischi per la crescita europea portati dal virus e dalla paura che hanno indotto a cancellare spettacoli, annullare prenotazioni, mettere in ginocchio il turismo. Il ministro Dario Franceschini, che ha guidato le delegazioni ministeriali al Mann di Napoli, ha annunciato “misure immediate” per il turismo, “il settore più colpito”, mentre a livello europeo si sta valutando anche una riunione straordinaria dell’Ecofin.

Ed è anche per questo che Conte e Macron si sono concessi, prima dell’avvio ufficiale del summit a Palazzo Reale, una visita culturale al Teatro San Ferdinando, dove Eduardo De Filippo – autore carissimo al presidente francese – calcava le scene e alla Cappella Sansevero per ammirare il Cristo Velato. Poi una passeggiata nel centro della città, tra babà e caffè nell’antico caffè Scaturchio, selfie e strette di mano a prova di contagio: “La vita continua, riprendiamo la normalità”, hanno voluto chiarire i due leader con gesti e sorrisi.

Dal “vertice del rilancio”, come lo ha chiamato Macron, che “rappresenta un salto di qualità” ha detto Conte, riparte anche il progetto del Trattato del Quirinale per rafforzare la cooperazione in diversi campi, sul modello di quello che Parigi ha già con Berlino dal 1963. E tanti sono i dossier bilaterali e internazionali, a partire da quelli economici con 86 miliardi di scambio (“fiore all’occhiello” delle nostre relazioni, ha sottolineato Conte), alla Tav (“lieto che il progetto sia stato ripreso con un’attenzione al clima”, ha commentato Macron), al bilancio europeo per cui i due Paesi vogliono insistere per poter dotare l’Ue di un budget all’altezza delle sue ambizioni.

In Libia, su cui in passato erano emerse tensioni tra Roma e Parigi, Conte e Macron intendono perseguire la strada del processo di Berlino, sostenendo la missione navale europea per il rispetto dell’embargo delle armi. Sono stati infine firmati tre accordi nei settori della Difesa (Naval Group e Fincantieri), dell’economia (Cassa Depositi e presiti e Bpi France) e della cultura (Università).

Il vertice si è concluso con una cena offerta dal presidente Sergio Mattarella, l’artefice della pace ritrovata un anno fa tra Italia e Francia: “Grazie al suo lavoro e a quello di Conte – ha riconosciuto Macron – oggi ritroviamo una strada comune”.