Aniello Mormile non aveva assunto droghe, neanche nelle notti precedenti quel tragico evento costato la vita alla sua giovane 22enne fidanzata, Livia Barbato e ad Aniello Miranda, 48 anni, conducente dell’auto che si è visto togliere la vita da quel folle viaggio contromano in tangenziale, mentre andava a lavoro di prima mattina. E’ ciò che è stato confermato dalla perizia tossicologica sullo stesso Mormile, in merito agli eventi di quel 25 luglio scorso, quando “Nello K”, così come il dj è conosciuto nell’ambiente dei locali, imboccò contromano la tangenziale di Napoli schiantandosi contro un’auto nel tratto tra Pozzuoli e Agnano.
La consulenza ha confermato ciò che era emerso dalle testimonianze dei primi soccorritori e anche dello stesso Mormile che, davanti ai pm, ricordò di aver bevuto quella sera come accadeva quando trascorreva la serata nei locali. Nel suo sangue, la notte dell’incidente, c’erano 2,13 g/l di alcol. “Uno stato di intossicazione acuta”, come si legge nelle conclusioni della perizia in cui si sottolinea che gli effetti sulla persona variano a seconda delle caratteristiche genetiche, delle modalità di assunzione e dell’abitudine al bere e si fa riferimento alle testimonianze di chi per primo raggiunse il luogo dello schianto.
Tra queste, la dottoressa del 118 che ha avuto modo di parlare tra le prime persone con Mormile che le chiese di preoccuparsi della sua fidanzata, indicando anche il nome e cognome della ragazza. O quella di uno dei medici che per primi lo visitarono: “Il paziente era parzialmente lucido in quanto ho sospettato che fosse in stato di ebbrezza alcolica”. .