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Cori contro Maradona, Napoli e Spalletti a La Spezia: “Solo una multa è inutile”

Maurizio de Giovanni, Sandro Ruotolo e Gaetano Quagliariello hanno diramato una nota congiunta, chiedendo che vengano presi provvedimenti più seri che la semplice multa per i vergognosi cori durante Spezia-Napoli.

Vergogna al Picco di La Spezia. I tifosi dello Spezia hanno intonato cori contro Maradona, Napoli e Spalletti. “Oh mamma mamma mamma sai perché mi batte il corazon, è morto Maradona”: questo solo uno delle decine di cori cantati dai tifosi bianconeri che poi hanno insistito con le “solite” canzoni in cui viene nominato il Vesuvio.

Insultato anche l’allenatore Spalletti, già giocatore dello Spezia dal 1986 al 1990 e legato da sempre alla Liguria, la regione della sua storica compagna, Tamara. Per rispondere, i tifosi del Napoli residenti al Nord (trasferta che era stata vietata ai residenti nella regione Campania) hanno prima risposto con ironia cantando la canzone sul Vesuvio sulle note di “Freed from desire” e poi hanno pensato solo ad incitare la loro squadra.

Già lo scorso anno la partita tra Spezia e Napoli aveva visto incidenti nell’ultima giornata di campionato (la gara era stata anche sospesa), la rivalità tra le due tifoserie è sempre stata molto evidente e la sfida di ieri non ha fatto eccezione. Purtroppo.

A prendere una netta posizione sull’argomento, lo scrittore Maurizio de Giovanni, il giornalista Sandro Ruotolo e l’ex ministro e senatore Gaetano Quagliariello. I tre hanno diramato una nota congiunta, chiedendo che vengano presi provvedimenti più seri che la semplice multa.

“Se allo Spezia, per gli infami cori contro Napoli, Maradona e Spalletti – si legge –, devono esser inferti nient’altro che i consueti 10.000 euro di multa, chi di dovere può anche risparmiarsi la sanzione: sotto il profilo pedagogico è persino meglio. Almeno non si comunica che l’inciviltà e l’incitamento all’odio sono lesioni che valgono così poco. La nostra è una battaglia dalla quale non intendiamo recedere. Se il calcio vuol essere un mondo permeato dal rispetto dell’altro e della legalità; se l’Italia vuole essere un Paese nel quale ci si senta fratelli e non alligni l’odio razziale, bisogna applicare negli stadi la tolleranza zero, punendo chiunque sbaglia, senza indulgenze determinate dal tifo o da altro. E bisogna saper prevenire la violenza stroncandone le cause, piuttosto – concludono – che limitarsi a reprimerla quando è ormai troppo tardi”.

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Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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