Coronavirus. Numerosi i protagonisti della scena politica all’estero risultati contagiati o che hanno trascorso periodi di isolamento
Primo leader del mondo occidentale ad annunciare di essere positivo al coronavirus, Boris Johnson ha ora anche il poco invidiabile primato di essere il primo capo di governo ricoverato in ospedale. Ma il premier britannico non è il solo protagonista politico all’estero ad essere stato toccato dall’epidemia. Altri sono risultati contagiati o hanno trascorso periodi di isolamento dopo contatti con persone infette. In Gran Bretagna l’erede al trono, principe Carlo è risultato positivo al virus, così come il ministro della Salute Matt Hancock, ma entrambi sono guariti. Ed è stato contagiato dal Covid-19 anche il negoziatore europeo per la Brexit, Michel Barnier.
Diversi sono i leader e gli esponenti politici che si sono dovuti mettere in quarantena. La cancelliera Angela Merkel, venuta a contatto con un medico contagiato, è da poco uscita dall’autoisolamento. In Israele, il primo ministro Benyamin Netanyahu si è dovuto isolare due volte, prima a causa di una collaboratrice positiva, poi quando si è ammalato il ministro della Salute Yaakov Litzman. In questa occasione si è dovuto auto isolare anche il capo del Mossad, Yossi Cohen. E in quarantena sono finiti anche il capo di Stato maggiore, Aviv Kohavi e due altri generali.
E proprio Litzman, ultraortodosso, nel mese di marzo aveva definito il Covid-19 come “un castigo divino per l’omosessualità“. Il rabbino 71enne è accusato in patria di aver più volte violato le misure sul distanziamento sociale, partecipando a diverse riunioni di culto. Esponendo, a sua volta, a possibili contagi numerose autorità israeliane.