Annunciata a Napoli per il prossimo 5 novembre una manifestazione contro la guerra, il carovita, il precariato e a difesa dell’ambiente.
Contro la guerra, il carovita, il precariato e a difesa dell’ambiente. Queste le motivazioni della mobilitazione che ha come slogan ‘Insorgiamo’, annunciata a Napoli il prossimo 5 novembre che vedrà la partecipazione di numerose delegazioni provenienti da tutta Italia e che fa seguito alla manifestazione avvenuta a Bologna lo scorso 22 ottobre. “Ospiteremo a Napoli un’altra tappa di ‘Insorgiamo’ – ha dichiarato Eduardo Sorge del Movimento di lotta disoccupati 7 Novembre durante una conferenza stampa di presentazione avvenuta all’esterno di uno sportello dell’Eni a Napoli – a sostegno della lotta per un salario ed un lavoro socialmente necessario che coniughi i bisogni sociali delle nostre città con l’urgenza di un salario garantito per campare: messa in sicurezza dei territori, bonifiche, potenziamento dei servizi sociali” .
“La lotta climatica – ha spiegato Michela Spina, portavoce nazionale Fridays For Future Italia, intervenuto alla conferenza – Convergiamo ed insorgiamo, non può prescindere da quella per la giustizia sociale. Siamo al sud Italia, in una delle città più povere d’Europa, qui precarietà e assenza di prospettive si mescolano agli effetti della crisi climatica, del biocidio in un mix letale che devasta le vite dei territori e di chi li abita, adesso basta”. Alla conferenza stampa si è collegato anche un portavoce del consiglio di fabbrica ex Gkn di Firenze che aderisce all’iniziativa.
”Così come accade a Napoli anche noi stiamo lottando per il lavoro. Percorriamo a ritroso la via che tanti noi hanno fatto emigrando, per andare a dire che noi siamo la classe dirigente di questo paese. Che siamo in grado di porre fine a disoccupazione e miseria. E che siamo una sola famiglia allargata”. Ad annunziare l’adesione al corteo anche il Movimento per il diritto all’abitare di Roma e la rete ‘ Noi Non paghiamo’. ”Senza vincere carovita, caro bollette, precarietà, povertà, delocalizzazioni, licenziamenti e disoccupazione dilagante -ha spiegato il portavoce Francesco Tramontano – non ci si libera dal ricatto economico ed esistenziale del presente”.