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“Cose da Donne – che anche gli uomini dovrebbero sapere”, intervista a Monica Calcagni

Intervista alla dottoressa Monica Calcagni, autrice del libro “Cose da Donne – che anche gli uomini dovrebbero sapere”.

di Anna Adamo

Monica Calcagni non è una ginecologa come le altre. È speciale, perché ha deciso di mettere le sue competenze a disposizione di tutti, sui social, in particolare su Tiktok, il cui profilo conta un milione di followers.

Video brevi, ma intensi, attraverso i quali ben sono soddisfatte, senza dimenticare quel pizzico di ironia che non guasta mai, curiosità che riguardano il mondo femminile.
Ebbene si, parlare di “cose che riguardano le donne”, senza timore, senza vergogna, proprio questo è l’ intento, perfettamente riuscito, dei video della dottoressa, che visto il grande seguito ha pensato di mettere anche su carta tutto ciò che ormai da tempo cerca di diffondere attraverso i social, dando così vita a “Cose da Donne”, il suo primo libro edito da Sperling & Kupfer.

Come nasce l’idea di parlare di tematiche di carattere femminile su TikTok? Si sarebbe aspettata il seguito che ha?
È iniziato tutto per gioco, circa due anni fa, perché mi sono resa conto che su Tiktok era presente tanta disinformazione, c’ erano tante informazioni errate. Questo è il motivo che mi ha spinta a fare sui social quello che facevo in ambulatorio quotidianamente e che faccio tutt’ora a casa con i miei figli. Non ho fatto altro che trasferire le mie conoscenze sui social per cercare di avvicinare i giovani ad una conoscenza più adeguata e sensibilizzare i genitori, in quanto è soprattutto questo il mio scopo, far capire ai genitori che devono parlare con i propri figli anche di argomenti che si sono sempre ritenuti spinosi in maniera corretta. Il seguito che ho? Mai in vita mia me lo sarei aspettata, anche perché il primo video che ho fatto parlava di quanto sia lungo un utero e quanto sia lunga una vagina. Lo mostrai ai miei figli e mi dissero che non lo avrebbe guardato nessuno, poiché i giovani vogliono divertirsi e non essere informati. Io lo pubblicai e con grande sorpresa i followers iniziarono ad aumentare, perché la verità è che i giovani vogliono essere informati, ma non sanno dove prendere le informazioni, quindi nel momento in cui trovano qualcuno che li informi utilizzando un linguaggio molto vicino al loro modo di esprimersi, lo seguono con piacere.

Parla di argomenti non semplici con quel pizzico di ironia che non guasta mai, motivo per cui le arrivano molte critiche. Come le affronta?
Si, il pizzico di ironia in alcuni casi mi ha attirato dietro molte critiche, perché qualcuno ha frainteso l’ ironia. Essere ironici non vuol dire prendere in giro le persone, ma cercare di affrontare argomenti che potrebbero diventare pesanti, noiosi, strappando il sorriso. È attraverso il ricordo del motivo che le ha fatte sorridere che le persone ricordano la risposta che io fornisco. Se tutti facessimo un’ informazione esclusivamente didattica non seguirebbe nessuno. I giovani vanno educati e avvicinati utilizzando il loro linguaggio, altrimenti continuano ad essere distanti da determinate tematiche. Inizialmente, non nego che queste critiche mi facessero star male, ma grazie a mia figlia Caterina ho imparato a prenderle in considerazione in maniera diversa, perché mi ha fatto capire che c’è tanta disinformazione e il fatto che ci siano gli haters indica che quello che dico arriva a destinazione. Da quando ho compreso tutto ciò vedo le critiche in maniera costruttiva e ho anche cercato di smussare il mio modo di comunicare che probabilmente era troppo diretto.

Quali sono le domande più frequenti che le rivolgono?
La maggior parte delle domande che mi rivolgono riguardano la contraccezione, perché su questo argomento c’è tantissima ignoranza, da intendersi non in un’ accezione negativa del termine, ma come una non conoscenza. Fanno domande sulla pillola, quando la saltano, quando la dimenticano, si chiedono se sono protette nel momento in cui la assumono e vanno in bagno. Altra domanda importante è sui rapporti, perché tantissime ragazze hanno rapporti non protetti e sono terrorizzate dall’ eventualità di una gravidanza.

“Cose da Donne (che anche gli uomini dovrebbero sapere)” è il suo primo libro. Di cosa tratta?
Il libro si rivolge ad un’utenza maschile e femminile e non è nato per sostituire i genitori nella spiegazione di determinati argomenti, ma per affiancarli e supportarli, per formare nuovi genitori, per aiutare gli altri, conoscersi meglio e formare i futuri figli, perché i ragazzi di oggi saranno i futuri genitori. È un libro articolato in maniera un po’ particolare, non è il solito manuale, non ha foto, immagini o disegni, è tutto scritto e sono presenti una serie di risposte a delle domande. Ogni capitolo è strutturato da una prima parte in cui è presente una storia vera, la maggior parte delle storie sono personali, si parla, ad esempio, della mia prima mestruazione, che è stata diversa da quella di mia figlia, perché la mia non è stata proprio un bel ricordo e quindi ho cercato di trasferire a mia figlia un messaggio diverso. La seconda parte di ogni capitolo, invece, è una guida pratica i cui paragrafi sono costituiti da domanda e risposta. Tratto argomenti che vanno dalla mestruazione all’ aborto, quindi parlo e affronto il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza e della 194, descrivendone articolo per articolo e manifestando in maniera chiara e netta la mia posizione a riguardo. C’è il capitolo sulla menopausa in cui sono trattati anche aspetti di quest’ultima di cui non si parla mai come, ad esempio, l’utilizzo dei sex toys. Ci sono, inoltre, il capitolo sulla gravidanza, sulla contraccezione, sulla prima volta. È un libro molto scorrevole, perché parte da storie vere di pazienti alle quali per privacy sono stati cambiati i nomi, ovviamente informate di essere presenti nel libro.

Le ragazze, però, hanno a volte paura, vergogna di andare dal ginecologo. Cosa si sente di dire loro?
A tutte le ragazze sento di dire che la prevenzione è importantissima. Mi sento di dire, soprattutto ai genitori, di portare le ragazze dal ginecologo così come le portano dall’oculista o da qualunque altro specialista per i controlli. La prevenzione delle malattie dell’apparato genitale è fondamentale per la conservazione della specie, in quanto non dobbiamo dimenticare che tutti nasciamo da un rapporto sessuale. Negli anni, devo dire, che le cose stanno cambiando, perché mentre prima erano solo donne adulte a recarsi dal ginecologo, da un po’ di anni a questa parte sono sempre di più le ragazze che vi si recano accompagnate dalle madri e spesso anche dai papà.

Cosa, invece, indipendentemente dalla fascia d’ età, si sente di dire a chi la segue?
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, perché devo dire che compongono una community fidelizzatissima che mi supporta, ricorda e segue i miei consigli. Invito loro a continuare a seguirmi per trasferire quello che imparano attraverso i miei messaggi anche a chi non mi segue. Spero che le mie informazioni possano servire per crescere giovani più consapevoli.

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Anna Adamo

Laureata in Giurisprudenza. Amo viaggiare tenendo in tasca penna e taccuino per scrivere di tutto ciò che mi circonda e accade. Giornalista per passione.

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