Lady in the city: “La Camera si fa giustizia da sè”- VIDEO

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Lady in the city: "La Camera si fa giustizia da sè"- VIDEOLady in the city

VIDEO: Il giorno in cui la giustizia venne sconfitta dagli onorevoli.

Rubrica di Eliana Iuorio

E’ un giorno che ricorderemo, questo.
Il giorno in cui la Giustizia venne sconfitta dagli onorevoli.

Odio le pantomime, le messe in scena, le lacrime di coccodrillo.
Stesso sentimento, nei confronti dei giri di parole e delle prese in giro.

Maroni (ovvero l’ex Ministro degli Interni e non proprio un quivis de populo), che dichiara “se era un cittadino normale lo avrebbero arrestato già”; Bossi che cala le braghe davanti a Sua onnipotenza Berlusconi; i radicali che ormai sono senza vergogna..

Un circo, una giostra infernale, un gioco che lascia milioni di italiani non solo “perplessi”, ma atrocemente delusi.

Non mi si accusi di “populismo”, se penso che quelle accuse, mirate al sig. Cosentino ed espresse sulla base di indagini accuratissime della Magistratura avrebbero condotto chiunque in galera.

Lady in the city: "La Camera si fa giustizia da sè"- VIDEOMa l’immagine di Cosentino agli arresti faceva e fa paura. Che certo non avrebbe taciuto sulla rete di connivenze che lo legano agli interessi della mafia “gattoparda” degli amici degli amici.

E’ no, dunque. E personalmente, non riesco a farmene una ragione.

Certo, arresto preventivo. Ma le condizioni c’erano tutte.

Siamo tutti chiamati a rispettare le regole e le leggi ed oggi (e mi tocca affermarlo con grande tristezza), avverto una sensazione di certo non nuova, ma così forte da impedirmi di pensare ad altro, tra inquietudine e sgomento.

Questo di oggi, più degli altri episodi della stessa – per così dire – “natura”, mi fa capire che se una misura c’è mai stata, è stata ampiamente superata; che i cittadini sono consapevoli di quel che accade, di quel che succede, di quali siano i meccanismi che disciplinano la nostra vita politica e che questo atto scellerato nasconde una grandissima pericolosità.

Negare l’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino significa aprire la strada ad altrettanti “giochi di prestigio” e suona come un’istigazione a delinquere.

Oggi, la Camera ha legiferato, sì.

Ha affermato che un onorevole, un cittadino dello Stato chiamato a rappresentare gli interessi dei suoi concittadini (che lo hanno votato), può commettere reati; può lavorare legittimamente, da referente politico di un gruppo mafioso; può utilizzare, sfruttare, afferrare, conquistare ogni spazio possibile per favorire se stesso e le mafie, anche e soprattutto in giacca e cravatta, che lo sostengono.

Oggi, in buona sostanza, la Camera ha deciso che un cittadino assurto al rango di onorevole, è nella possibilità di rendere lo Stato “servo” delle mafie.

Pantomima? Commedia? Finzione?

Andiamolo a spiegare a coloro che credono, nello Stato.
Spieghiamolo a chi indossa una divisa ogni giorno, rischiando la vita e percependo una paga da fame; a chi studia Diritto ed a chi no; a chi paga regolarmente le tasse; a chi crede nella Giustizia e nella Legalità; a chi porta addosso i segni della violenza mafiosa, perchè gli hanno ucciso un proprio familiare; ai bambini che crescono, vanno a scuola e fanno le prime domande; ai pensionati, costretti dalla miseria a rubare nei supermercati (perché hanno fame!) e vengono puntualmente denunciati.

Spieghiamolo a tutti gli altri carcerati, che oggi, in Italia, scontano la pena in condizioni del tutto contrarie ai diritti umani.

Favole. Dobbiamo raccontare ancora favole. Non ci resta altro che mentire.

E dire che in Italia, la Legge, è ancora uguale per tutti.