Bastano appena 24 ore a Ornella Vanoni per tornare sui suoi passi e smentire il senso delle sue parole su Napoli e i napoletani (“I napoletani sono figli di puttana”). Cattiva interpretazione o troppa leggerezza nell’esprimersi, in ogni caso è sempre giusto riportare il suono di entrambe le campane. Sta di fatto che, molto probabilmente, il caso si chiude qui. Con le parole che la cantante lascia di proprio pugno sul suo profilo facebook ufficiale.
Le parole della cantante che prova a spegnere le polemiche dopo le sue dichiarazioni di ieri
“Ho desiderato ardentemente esibirmi a Napoli con il mio ultimo spettacolo ‘Un filo di trucco un filo di tacco’: il 9 marzo sarò all’Augusteo perché amo questa città. Ho battuto i piedi per non tralasciare questa tappa italiana e non vedo l’ora di poter guardare negli occhi i Napoletani e dir loro di persona quanto sono pazza di loro, che, si sa, di musica se ne intendono. Inoltre alcuni amici Napoletani mi hanno chiesto di fare un concerto per la Lilt (lega italiana per la lotta contro i tumori) e stiamo già organizzando l’evento.
Ma si sa, ormai è così… apri bocca e tutti sono liberi di riportare come meglio credono, condire, farcire, arricchire… E poi il web impazza, i commenti pullulano, gli insulti si sprecano. Siamo in un paese libero ed è giusto che ognuno dica la sua, ma allora anch’io dico la mia e ci tengo a precisare una serie di cose.
Andiamo per ordine.
Napoli una città orribile? Niente di più lontano dal mio pensiero! Napoli è una città meravigliosa, la amo alla follia, nel bene e nel male, ha delle qualità che poche città al mondo hanno, e io non mi stanco mai di mettere piede a Napoli, Capri, Ischia e in tutta la Campania.
I Napoletani dei figli di p***? Possibile che non sia chiaro il senso in cui l’ho detto? Mi scuso per l’espressione che ho scelto, ma ciò che intendevo mettere in evidenza è la loro ironia, la scaltrezza, la furbizia, qualcuno come sinonimo potrebbe dire “simpatiche canaglie”… Come i Brasiliani… E chi mi conosce sa quanto ho amato e amo alla pazzia quel popolo (vi ricordate il mio disco “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”?), e lo stesso vale per i Napoletani”.
A presto Napoli, sono pazza di te”.
Un saluto che sa di arrivederci. Tra 6 giorni, quando al Teatro Augusteo, come lei stessa ricorda, ci sarà il suo spettacolo. Modo migliore per capire se le scuse siano state accettate, davvero non potrebbe esserci.