Quello del Cardarelli è il solo Centro di sclerosi multipla ad aver preso in carico i pazienti fragili in occasione della vaccinazione anti Covid
Più di 3mila telefonate di controllo per la vaccinazione anti Covid di 350 pazienti affetti da sclerosi multipla e il dato, che va ben oltre la media italiana, di un’adesione del 93%. Numeri ai quali si aggiunge, a distanza di mesi dalla prima dose, la possibilità di affermare che questo protocollo ha salvato da forme gravi di Covid l’intero campione. Sono alcuni dei dati emersi dal primo congresso nazionale di Neuroimmunologia clinica, che ha visto a Napoli i maggiori esperti italiani di una disciplina per moti versi ancora emergente.
I dati sui pazienti affetti da Sclerosi Multipla riguardano in particolare l’esperienza del Cardarelli, dove opera l’unico ambulatorio di Neuroimmunologia clinica della Campania. Quello del Cardarelli è anche il solo Centro di sclerosi multipla ad aver preso in carico a 360 gradi i pazienti fragili in occasione della vaccinazione anti Covid.
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“Il Covid ci ha fornito una grande opportunità, ovvero proteggere i soggetti fragili affetti da malattie autoimmuni – ha spiegato il direttore generale Giuseppe Longo –. Grazie ai nostri neurologi e ad un grande gioco di squadra è stato possibile realizzare un percorso che va dalla accoglienza alla sorveglianza post vaccinazione. È sicuramente un modello che trasferiremo in altri ambiti assistenziali“.
Diversi sono stati anche i lavori scientifici nati grazie a questa esperienza, pubblicazioni che hanno valutato, ad esempio, la risposta anticorpale, il perdurare degli anticorpi, la reazione dell’organismo alle diverse dosi o anche la risposta ai vaccini in ragione dei farmaci somministrati per il controllo della sclerosi multipla.
I responsabili scientifici del congresso sono i medici dell’Azienda ospedaliera partenopea Vincenzo Andreone (direttore dell’Uoc di Neurologia), Francesco Habetswallner (direttore dell’Uoc di Neurofisiopatologia), Giorgia Teresa Maniscalco (responsabile del Centro SM e malattie autoimmuni del Sistema nervoso centrale) e Bernardo De Martino (responsabile Uos di Riabilitazione neurologica).
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“Gli ultimi anni – hanno spiegato gli esperti del Cardarelli – stanno vedendo l’affermarsi della Neuroimmunologia come disciplina sempre più settorializzata nell’ambito della Neurologia. La complessità delle diagnosi delle malattie autoimmuni del sistema nervoso, l’ingresso di nuove terapie che agiscono sul sistema immunitario, la scoperta di nuovi anticorpi utili ai fini diagnostici, la possibilità di caratterizzazione sempre più raffinata di queste malattie da parte delle tecniche strumentali, impongono ai neurologi che si occupano di autoimmunità un impegno sempre maggiore e la necessità di ampliare le conoscenze, a partire dalle basi biologiche che sottendono a queste patologie“.
Comune denominatore delle patologie neuroimmunologiche è la presenza di un’alterazione del sistema immunitario. Occorre, infatti, distinguere tre categorie di patologie. Tra le malattie del sistema nervoso centrale la sclerosi multipla è la più conosciuta, ma esistono una serie di malattie demielinizzanti che sono autoimmuni. Per queste patologie serve una diagnosi differenziale e terapie ad hoc. Differenti sono le malattie del sistema nervoso periferico, tra le quali la più nota e diffusa è la Miastenia gravis. Terza categoria, quella delle malattie autoimmuni sistemiche, che hanno anche una localizzazione nel sistema nervoso e che devono essere seguite da un team composto tanto da neurologi quanto da immunologi.