Ritorno in Zona Gialla? La variante Delta prosegue la sua corsa e adesso alcune Regioni si affidano al dibattito sulla possibile revisione dei parametri che stabiliscono i profili di rischio e l’assegnazione delle zone: lo spauracchio è il ritorno alla zona gialla in piena estate. Scenari che – seppure non imminenti – potrebbero affacciarsi nelle future settimane e su cui i tecnici si stanno concentrando.
Le ipotesi vanno dalla soglia minima di tamponi da effettuare ogni 100mila abitanti – che alcuni esperti vorrebbero aumentare – al maggiore peso del cosiddetto Rt ospedaliero – vale a dire il tasso occupazione dei posti letto – rispetto a quello sull’incidenza. Tra le questioni poste, infatti, c’è quella di rendere più determinante, nell’ambito del monitoraggio settimanale, la valutazione dei rischi sulla pressione ospedaliera rispetto all’incidenza dei contagi, proprio in vista dell’alleggerimento delle strutture sanitarie dovute al calo dei casi gravi con l’avanzare delle vaccinazioni.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce comunque che una risalita dei contagi era prevista ed è in corso, ma con numeri più bassi del passato. “Come abbiamo sempre fatto ci affideremo alla nostra squadra di tecnici che continueranno a fare questo lavoro di verifica, vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti”, spiega Speranza, sottolineando ancora che “la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, su cui bisogna insistere”. E il sottosegretario Pierpaolo Sileri non vede il rischio di una revisione dei parametri, dato che “l’attuale sistema ci ha permesso di arrivare alla riaperture in sicurezza”.
Tra le questioni da approfondire c’è anche quella – più volte invocata proprio di fronte all’avanzare delle mutazioni – dello screening: non tutte le Regioni li eseguono in maniera efficace, in particolare alcune del Sud – come Calabria e Sicilia – sarebbero indietro sul numero di test da effettuare ogni giorno. Un caso preoccupante è anche quello dell’Abruzzo, che azzera i contagi (nelle ultime ore non sono emersi nuovi casi) ma resta bassissimo il numero dei tamponi processati: sono solo 473. I numeri, infatti, su base settimanale, complice la circolazione della variante Delta, sono in peggioramento.
A lanciare l’allarme sulla necessità dei test è anche il direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova. Andrea Crisanti, secondo il quale “la variante Delta, purtroppo, è a un passo dal diventare resistente ai vaccini e quindi meno si trasmette e meglio è. Per questo, penso che bisognerebbe combinare la campagna vaccinale, vaccinando più persone possibili, e allo stesso tempo rafforzare la nostra capacità di tracciamento, perché diminuire la trasmissione potenzia l’effetto dei vaccini”.
In 19 regioni su 21 ci sono evidenti segni di aumento dei casi, risale il tasso di positività e aumentano i ricoveri. I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi sono 888, contro i 1.391 di 24 ore prima: una flessione attesa ogni lunedì per via del rallentamento dei test durante il fine settimana. I nuovi casi sono stati infatti individuati grazie a 73.571 test, fra molecolari e antigenici rapidi, poco più della metà dei 143.332 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività è salito in 24 ore dallo 0.97% all’1,21%, calcolando il rapporto fra i nuovi casi e il totale dei test; calcolando invece il rapporto fra i casi e i soli test molecolari il tasso supera il 2%.
Regioni temono il ritorno in Zona Gialla
I decessi sono aumentati da 7 a 13 in un giorno e registrano un incremento di 15 unità anche i ricoveri nei reparti ordinari, per un totale di 1.149. E’ invece stazionaria la situazione nelle unità di terapia intensiva, dove i ricoverati sono complessivamente 158, ossia tre in meno nel saldo tra entrate e uscite; gli ingressi giornalieri si sono ridotti da sei a quattro in 24 ore. Fra le regioni, i dati del ministero della Salute segnalano il maggiore incremento giornaliero dei casi nel Lazio (172), seguito da Sicilia (150), Emilia Romagna (118), Lombardia (95), Veneto (76) ,Campania (69), Toscana (66) e Sardegna (51); nelle altre regioni l’incremento è stato inferiore a 20 casi. (Ansa)