Covid, Federico II: un dispositivo per scoprire chi è più a rischio

0
305
variante

Lo strumento è stato ideato sulla scorta dell’esperienza accumulata nel settore dei dispositivi e delle ricerche sulla mortalità dei pazienti Covid con altre patologie

Un point of care device – un analizzatore miniaturizzato analogo, nella concezione, a un glucometro – in grado di predire, con accuratezza, quali sono i pazienti che vanno incontro a rischi maggiori per l’infezione da Covid. Lo stanno sviluppando i ricercatori della Scuola di Medicina della Federico II di Napoli. Lo strumento è stato ideato sulla scorta dell’esperienza accumulata nel settore dei dispositivi e delle ricerche sulla mortalità dei pazienti Covid con altre patologie: il diabete, l’obesità o l’ipertensione, ad esempio.

La presenza di una di queste comorbidità aumenta di oltre due volte il rischio di morte. I ricercatori della Scuola presieduta dalla professoressa Maria Triassi stanno studiando perché, in alcuni pazienti, il decorso clinico del Covid è, spesso, più complesso. I ricercatori della Scuola di Medicina Federico II hanno individuato la maggior parte delle varianti Sars-CoV-2 circolanti sul territorio nazionale. Il lavoro continua nei laboratori del Tigem di Pozzuoli e del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’università, guidati dai professori Andrea Ballabio e Giuseppe Portella. La Commissione Scientifica della Scuola di medicina, presieduta dal professore Béguinot, ha istituito uno sportello per la ricerca con la finalità di sostenere l’attività dei ricercatori e un osservatorio per monitorare continuativamente la qualità della propria ricerca.

Si è reso necessario mettere a sistema tutte le attività di ricerca qualificate che si effettuano nella Scuola di medicina della Federico II, creando sinergie tra i ricercatori che portano avanti studi similari – dice Maria Triassi – Lo Sportello della ricerca condurrà questa forma di integrazione anche per facilitare l’accesso ai fondi europei, ministeriali e regionali“. “Interrompere la ricerche in altri settori di enorme rilevanza per la salute pubblica già avviate in epoca pre-Covid costituirebbe un errore irreparabile – sostiene Francesco BéguinotProseguono per questo, nella Scuola di Medicina, le ricerche sulle malattie croniche non diffusibili e sulle malattie rare per dare solo qualche esempio“.