Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano in merito all’uso della mascherina
Covid oggi in Italia, “in questo momento non mi sentirei di dire assolutamente no alla mascherina e decretare lo stop al suo utilizzo ovunque. A mio avviso dipende dall’ambito in cui ci troviamo. In contesti più a rischio, come ad esempio i trasporti, andrebbero ancora utilizzate e questo potrebbe fare la differenza anche in una situazione intermedia come quella attuale”. A sottolinearlo all’Adnkronos Salute è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
“Se in uno spazio all’aperto la mascherina è totalmente inutile, e lo era anche prima quando era obbligatoria, in un ambiente chiuso vanno considerati alcuni fattori. Per esempio, la possibilità di ventilare l’ambiente in questione, o quanto questo luogo chiuso sia frequentato, da quante persone. Penso principalmente ai trasporti, sia le metropolitane che i mezzi di superficie, che sono spesso molto affollati, in particolare quelli frequentati dagli studenti.
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Ecco, l’uso obbligatorio della mascherina “lo terrei più sui mezzi pubblici che a scuola, che è un ambiente più controllato e dove magari c’è il distanziamento e un’adeguata ventilazione dei locali. In definitiva, penso che in questo momento serva ancora un po’ di prudenza per alcuni ambiti specifici”.
A guidare l’uso della mascherina devono essere “le situazioni di affollamento generale. E in questo caso può esserlo anche una via dello shopping. Oppure in alcuni negozi dove si possono creare assembramenti di tante persone. Qui sarebbe molto utile che le persone avessero un’autoregolazione”, che si instaurasse una sorta di ‘bon ton’ della mascherina. “Sarebbe utile – conclude Clementi – che le persone la tenessero sempre a portata di mano e la utilizzassero a seconda del bisogno”, al di là degli obblighi o meno. “Perché può succedere all’improvviso di ritrovarsi in un contesto affollato e più a rischio, specie in una grande città”.