Covid, tampone rapido: come funziona, dove si fa e quanto costa

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Il tampone antigenico rileva la presenza del virus tramite le sue proteine

Dove si può fare un tampone rapido? Quanto costa? Quanto bisogna aspettare? Altroconsumo accende i riflettori sui test per il covid e offre una panoramica dopo aver contattato 110 strutture in 6 diverse regioni.

Si avvicina Natale e i test rapidi antigenici vengono considerati una sorta di lasciapassare per le prossime feste. Molti italiani, infatti, stanno prenotando l’esame per essere più tranquilli in vista delle cene ristrette potrebbero far ricorso ai tamponi rapidi. Ma dove farli? E quanto costano? Per verificarlo ecco una rilevazione in sei regioni: Campania, Emilia-Romagna, Lazio; Lombardia, Piemonte, Veneto.

L’offerta è ancora in divenire ma in alcune regioni i tamponi rapidi per il Covid si possono fare, oltre che nei laboratori privati, anche nelle farmacie. È il caso del Lazio e del Piemonte. In Lombardia sono stati aperti due punti “drive in” gestiti da privati nei parcheggi di Linate e Malpensa non solo per i viaggiatori (al costo di 55 euro). Il costo medio riscontrato per fare questo tampone è di 38 euro, ma la forbice dei costi è molto ampia e va da un minimo di 22 euro a un massimo di 65 euro: quasi il triplo per lo stesso tipo di test.

La regione dove il tampone rapido costa meno è il Lazio, che ha stabilito un prezzo massimo di 22 euro. Non tutti però lo rispettano: in alcune strutture contattate, afferma Altroconsumo, è stato chiesto molto più alto (fino a 50 euro). La regione più cara è invece il Piemonte, dove per fare questo test non si spende mai meno di 40 euro (con un prezzo medio di 46 euro).

Assieme a questa indagine sui tamponi rapidi, sono stati aggiornati anche tutti i dati dell’inchiesta sui tamponi molecolari con nuovi prezzi e nuove strutture in cui è possibile andare a farli privatamente. Tutte queste informazioni sono contenute in un database, nel quale abbiamo inserito il dettaglio dei costi dei tamponi rapidi e molecolari applicati da più di un centinaio di strutture delle 6 regioni considerate.

L’accesso al test è semplice: basta fissare un appuntamento e non serve la prescrizione del medico. I tempi d’attesa tuttavia non sempre sono in linea con i punti di forza di questa analisi che sono indubbiamente la semplicità di esecuzione e la velocità dell’esito (bastano pochi minuti per avere la risposta).

L’ultima settimana di ottobre già cominciavano a evidenziarsi alcune criticità, soprattutto in Lombardia che è la regione più problematica da questo punto di vista a causa dall’offerta ancora troppo sottostimata rispetto alla domanda. Il tempo d’attesa medio rilevato per poter prendere l’appuntamento è di due giorni, ma non sono mancati casi di attese ben più lunghe, anche di una settimana.

A differenza del test molecolare, il tampone antigenico rileva la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) ma tramite le sue proteine (antigeni). Il materiale biologico viene prelevato dalla gola o dal naso con un bastoncino, miscelato in un reagente e poi posto su una striscia di carta, che tramite una reazione chimica mostra con un segnale colorato la presenza o meno degli antigeni del nuovo coronavirus. Il test antigenico è meno sensibile del test molecolare: per riuscire a rilevare l’antigene del virus il campione deve contenere migliaia di particelle virali. Quindi, se la carica virale è bassa, il test potrebbe erroneamente risultare negativo. Questo test è indicato: in caso di contatto con un caso positivo, per motivi di lavoro o di viaggio, per fare screening di comunità (per esempio nelle scuole), per le persone asintomatiche che effettuano il test su base volontaria, ma non sostituisce il test molecolare, che rimane lo standard diagnostico.