L‘Istat ha pubblicato l’annuario 2015 del quadro statistico del Paese.
Particolarmente interessante sembrano i dati sulla criminalità.
Quelli riportati sono dati del 2014, anno in cui il 30% delle famiglie italiane ha giudicato la zona in cui abitava a rischio criminalità, valore in lieve diminuzione rispetto al 31% registrato nel 2013. La regione col “rischio” criminalità più alto percepito è la Lombardia (37,2%), seguita dal Lazio (36,2%), dall’Umbria (34,35) e dal Veneto (33,6%), con Campania in quinta posizione con il 33,3%.
Sopra il 30% anche Piemonte, Puglia, ed Emilia-Romagna, fino al minimo che è il 9,1% della provincia autonoma di Bolzano.
Un altro dato considerato è quello del “quoziente di delittuosià generico”, calcolato rapportando il numero totale dei delitti sulla popolazione. Il dato nazionale è di 48 delitti ogni mille abitanti. Molto grave, a guardare i dati e i numeri, risulta la situazione della criminalità nel blocco del Centro-Nord, con valori superiori alla media nazionale compresi tra i 60 e i 52 in Emila-Romagna, Liguria, Lazio, Lombardia, Piemonte e Toscana.
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