di Redazione
Napoli – E’ ormai caduto il reato di pirateria per Cristian D’Alessandro, ma la disavventura per l’attivista napoletano detenuto in Russia, non pare ancora conclusa. Nonostante l’accusa sia stata ritirata, i giovani attivisti di Greenpeace sono ancora reclusi a Murmanks. La commissione investigativa russa ha, infatti, fatto sapere che l’accusa è stata soltanto modificata: non più reato di pirateria, ma di vandalismo.
Insomma, forse in Russia il clamore della vicenda ha costretto le forze dell’ordine a compiere un passo indietro, ma nonostante la diminuzione della pena che i giovani potrebbero scontare – con il reato di pirateria si trattava di ben 15 anni – il rischio resta ancora elevato: per teppismo, infatti, potrebbero essere condannati a sette anni di carcere.
Intanto, il sindaco de Magistris è tornato nuovamente sulla vicenda, sostenendo la famiglia di Cristian che, da settimane, lotta per la sua liberazione: “accogliamo come dato positivo che le autorità russe abbiano deciso di ritirare l’accusa di pirateria, ma non possiamo che ribadire quanto sempre sostenuto in merito alla necessità che tutti gli attivisti siano liberati” si legge in una nota. Ribadendo che le accuse rivolte a Cristian ed ai suoi compagni di disavventura potrebbero essere soltanto di pacifismo ed attivismo coraggioso, de Magistris ha infine sottolineato che “Cristian e gli altri attivisti rappresentano quella gioventù generosa di cui Napoli e il mondo devono andare fieri perchè pronti a combattere le battaglie a difesa dell’ambiente e dei diritti”.
25 ottobre 2013
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