Crolli a Pompei, Renzi apre ai privati. “Sfido gli imprenditori: che state aspettando?”

"Basta con il rifiuto ideologico all'intervento dei privati" tuona il Premier Matteo Renzi. "Se tengono in piedi muri perché non permetterglielo?

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Che Renzi avrebbe portato in Italia un vento di cambiamento erano in molti a pensarlo. E le dichiarazioni rilasciate oggi in merito alla devastante situazione di incuria in cui versa il sito archeologico di Pompei, purtroppo afflitto da continui crolli, non smentisce la virata del nuovo Premier verso un cambiamento che, attualmente, si può solo intravedere oltre la linea del prossimo orizzonte politico.

“Imprenditori: che state aspettando?”

Sorprendentemente infatti, dopo l’appello lanciato all’Italia dal commissario Ue Hahn per occuparsi dell’area archeologica più vasta d’Europa, Matteo Renzi si dichiara disposto ad aprire all’intervento dei privati per la manutenzione, il restauro e la riqualificazione del sito che sta cadendo a pezzi. “L’Italia è il paese della cultura e allora sfido gli imprenditori: che state aspettando?” tuona il premier. Poi prosegue: “Basta con il rifiuto ideologico sull’intervento dei privati come se la tutela del bene la garantisse solo l’intervento pubblico: se il privato tiene in piedi il muro perché non permetterglielo?

Poi la riflessione: “i beni culturali ottimo investimento”.

“Questo Paese è attrattivo, consente di fare investimenti, vorrei sfidare gli imprenditori e dire cosa state aspettando? E questo vale per Pompei, per Siracusa come per altri posti”, dice Renzi parlando con gli imprenditori siracusani. “Non è accettabile che, mentre Sorrentino vince l’Oscar con la Grande Bellezza, si faccia finta di niente di fronte ai muri di Pompei che crollano  afferma il capo del Governo. Nonostante, prosegue, “i fondi pubblici ci siano, e siano pronti da essere spesi, e pur sapendo esserci interessi di privati che potrebbero investire o attraverso la sponsorizzazione o la gestione”.

Gestione privata non ostacola la libera fruizione di un’opera.

Insomma, secondo Renzi la gestione pubblica di un bene culturale non fa da garante rispetto alla fruizione da parte dei visitatori, quindi non ci sarebbe niente di sbagliato nell’aprire ai privati. Anche se l’idea che lo Stato non riesca a provvedere da solo a un bene senza tempo e con un valore incommensurabile, patrimonio dell’Unesco come il sito archeologico di Pompei, al punto da rendere necessario l’intervento dei privati, stride un po’ alle orecchie di chi ha ancora fiducia nella pubblica amministrazione dei beni comuni.