di Redazione
Napoli – Lo scorso 4 marzo crollava un’ala della palazzina al civico 72 alla Riviera di Chiaia: paura, tensioni e tante polemiche si sono susseguite fino ad oggi e, da questa mattina (fino al 27 settembre), sono iniziate le operazioni di ispezione del sistema fognario, disposte dalla magistratura, al fine di indagare sulle cause di un disastro forse annunciato. La colpa, infatti, è stata immediatamente addebitata ai lavori per la linea 6 della metropolitana di Napoli, che avrebbero procurato infiltrazioni d’acqua e uno sprofondamento del palazzo di circa 10 cm. Attualmente, infatti, nella zona sottostante il palazzo Guevara di Bovino sarebbe spalancata una falla alta 3 metri e larga 50 cm, responsabile dell’inondazione d’acqua che avrebbe prima colpito la stazione della metropolitana ancora in progress, poi causato la distruzione dell’ala della palazzina.
Sono trascorsi quasi 7 mesi dal crollo alla Riviera di Chiaia: lo squarcio è tuttora visibile, nel palazzo quanto nelle vite degli abitanti della zona. Gli sfollati, infatti, sono tali dal giorno del crollo e iniziano ad essere esausti di questa situazione: non ne possono più di vivere lontano dalle proprie case, mentre coloro che vi hanno potuto fare ritorno sono angosciati dalla possibilità che eventi simili possano ripetersi. Chiedono sicurezza e risposte gli abitanti della Riviera, denunciano di vivere costantemente preoccupati dalle condizioni delle, forse, ormai fragili fondamenta su cui poggiano abitazioni ed uffici della zona. Il civico 66 sarebbe già sprofondato di 6 cm, ma non ci sono stati interventi in merito; intanto, c’è chi accusa l’amministrazione comunale, sostenendo che i problemi dell’area erano già noti, ma non furono presi gli opportuni provvedimenti perché il lavoro di impermeabilizzazione dall’esterno avrebbe bloccato la strada della Riviera per un mese e mezzo in concomitanza delle regate dell’America’s Cup.
Solo pochi giorni fa, per una manifestazione di protesta congiunta, si sono incontrati sfollati, cittadini e commercianti – che nel corso di questi mesi tra il crollo, la strada chiusa per lavori e la Ztl hanno visto calare le vendite del 50% – e, la titolare di un esercizio commerciale della zona, minacciava di darsi fuoco per sollecitare l’intervento del comune perchè “qui nessuno ci ascolta, bisogna solo ammazzarsi” .