Un napoletano a Parigi: “Ecco come vivo la vicenda Charlie Hebdo”

Un napoletano a Parigi ci racconta come sta vivendo le tragiche vicende di una città sotto assedio: ecco cosa ci ha detto

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È un napoletano a Parigi, si chiama Vincenzo Pagano, ha 26 anni e per lavoro ha deciso di muoversi dalla provincia di Napoli alla capitale della Francia, la città che in questi ultimi giorni è sotto assedio dopo il terribile attacco terroristico alla redazione della rivista satirica francese Charlie Hebdo, durante il quale hanno perso la vita ben 12 persone. Vincenzo, oggi, si ritrova chiuso in casa sua, nel suo appartamento parigino nei pressi di Vincennes, a pochi passi dal luogo in cui ieri hanno avuto luogo alcune feroci sparatorie. A noi ha voluto raccontare la sua esperienza lì, in una città sotto assedio.

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Un napoletano a Parigi: “Meglio vivere in una città sotto assedio che nella Terra dei Fuochi

Ecco cosa ci ha detto Vincenzo della sua esperienza parigina:

Raccontaci la tua storia: come mai ti trovi lì a Parigi?

– “Mi trovo a Parigi fondamentalmente per motivi professionali: in Francia ci sono più opportunità rispetto all’Italia, nonostante la crisi si senta ormai in tutta l’Europa“.

Lasciare Napoli, quindi, è stata una scelta obbligata?

– “Obbligata da me stesso, sebbene non ne fossi convinto al 100%, mi sono detto che avrei dovuto almeno provare e darmi una chance“.

In questi giorni che Parigi è sotto assedio, come stai vivendo la situazione?

– “Inizialmente abbastanza tranquillamente. Pensavo si trattasse soltanto di un caso isolato che riguardasse solo Charlie Hebdo, ma la cosa pare si stia espandendo e cerco di avere fiducia nelle forze dell’ordine. Adesso c’è una sparatoria non lontano da casa mia e sicuramente dà una strana sensazione“.

Hai mai vissuto un’esperienza simile di pericolo in passato?

– “No, ho vissuto l’esperienza di trovarmi in una nave da crociera con mare particolarmente mosso, ma era una situazione totalmente diversa“.

Che aria si respira intorno a te in questo momento così particolare?

– “In questo momento si sentono elicotteri in cielo che danno l’impressione di essere in una situazione di pericolo, anche se, come raccomanda la Polizia, non esco per nessuna ragione e quindi mi sento sicuro per il momento. In città si avverte sicuramente la ferita, ma non la paura, è un popolo davvero forte secondo me“.

I parigini si stanno mobilitando per sostenere le vittime, lo Stato non sta tentando di evitare troppe manifestazioni pubbliche per arginare il pericolo di altri attentati?

– “Non credo, è un Paese che ha fatto delle mobilitazioni la sua storia e per il momento credo che stiano rinforzando la sicurezza ma non bloccano le manifestazioni pubbliche“.

Cosa pensi di questa situazione e che impressione ti ha fatto l’attentato a Charlie Hedbo? Conoscevi la rivista?

– “Il nome della rivista non mi diceva niente, ma non appena mi hanno spiegato cosa fosse ho capito subito di cosa si trattava visto che nelle edicole le vignette di Charlie Hebdo si vedono ovunque. Credo fortemente nella libertà di stampa ma credo anche che determinati argomenti vanno trattati con le pinze poiché il fanatismo religioso è ben presente ed è qualcosa di grave. Hanno sempre polemizzato e, vista la “follia” di certe persone, forse era nell’aria l’accadimento di un evento simile”.

Se fosse successo in Italia, a Napoli addirittura, come pensi che avrebbero reagito i governanti e il popolo?

– “Domanda difficilissima. Il Governo sicuramente avrebbe agito perché eventi simili poi fanno notizia nel mondo intero. Il popolo credo avrebbe avuto molta paura, forse si sarebbe riunito per manifestare come i francesi, ma non ne sono certo“.

Meglio vivere in una città sotto assedio o nella Terra dei Fuochi?

– “In una città sotto assedio. Almeno qui lo Stato sembra che agisca!”.