Giovedì 13 novembre alle ore 10:30 presso la Pizzeria Oliva – da Concettina ai Tre Santi in Via Arena alla Sanità, 7/bis vi sarà l’attesissima Conferenza Stampa degli autori dell’importante Film-documentario intitolato “Totò Memories – Il Museo del Principe atteso da vent’anni”.
Questi ultimi sono i giornalisti Carlo Maria Alfarano e Daniela Giordano e incontrando la Stampa spiegheranno il perché del lungo lavoro d’inchiesta. I due giornalisti saranno affiancati da Annalisa D’Inverno, dottore in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, laureata presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con un lavoro di tesi sul tema “Museo di Totò”, Francesco Emilio Borrelli, figlio dello scultore Antonio Borrelli, autore di uno delle statue testimonial del Museo Totò mai collocate; la Conferenza Stampa verrà moderata da il giornalista de “Il Mattino” Attilio Iannuzzo, il quale articolerà anche la presentazione del progetto di crowfunding finalizzato alla pubblicazione editoriale dell’inchiesta.
Alla fine della Conferenza Stampa la Pizzeria Oliva – da Concettina ai Tre Santi sarà lieta di presentare e offrire un assaggio de “La Bombetta di Totò”, una rielaborazione della tradizionale pizza fritta napoletana che il proprietario Ciro Oliva ha voluto dedicare a Totò, in omaggio al quartiere natale del “Principe della risata” e alla poca distanza dalla casa natale.
Successivamente alla Conferenza Stampa, precisamente venerdì 14 novembre alle ore 18:30, presso il Centro Culturale “La Città del Sole” – ex Asilo Filangieri, vico Giuseppe Maffei 18 (traversa di via San Gregorio Armeno), vi sarà la visione del Film -documentario.
Come si legge nell’abstract dell’evento “Totò Memories è un Film – inchiesta sull’assenza di un ricordo tangibile dedicato a Totò nella città di Napoli. Sebbene parliamo di uno dei massimi rappresentanti della comicità napoletana, quel genere di icona che rivive nei gesti e nelle battute del popolo napoletano – che esprime la propria devozione con gigantografie e locandine affisse in ogni angolo della città -, non esiste un luogo fisico che lo commemori.
La casa in cui si suppone sia nato, nel cuore del Rione Sanità, è stata svenduta all’asta per poche migliaia di euro, per giunta disertata dalle istituzioni. Sempre per iniziativa privata, sono state realizzate due statue che lo raffigurano e per cui ci sono voluti anni per stabilire il luogo in cui posizionarle. Altri due progetti artistici, che avrebbero dovuto finanziare le istituzioni e da installare sempre nel quartiere natale, sono stati invece revocati senza giusta causa.
Emblema di tanto oblio la mancata realizzazione di un museo che celebri i ricordi di una vita, l’attività artistica e i cimeli. A dispetto dell’annuncio di prossima apertura da oltre vent’anni. Sono stati eseguiti lavori di restauro e ristrutturazione per rendere agibili i locali di Palazzo dello Spagnuolo – uno dei palazzi più belli del quartiere Sanità con la tipica scala ad “ali di falco” dell’Architetto Sanfelice – e svariate inaugurazioni che però non hanno portato a una effettiva apertura del museo. Una beffa per il popolo napoletano e i turisti, ansiosi di vederlo, ma ignari delle effettive motivazioni che ostacolano un’imminente apertura al pubblico; ignari della necessità di un ascensore per raggiungere i locali al terzo e quarto piano; ignari dei problemi di staticità di un palazzo storico; ignari, infine, dei danni frattanto procurati al palazzo adiacente. Milioni di euro spesi che però dovranno essere compensati da altri fondi, necessari a ripristinare la struttura in questi ultimi anni abbandonata e tornata inagibile.
Infine, l’offerta di 30 mila euro da parte del Fai – Fondo Ambiente Italiano – che nell’edizione 2012 del censimento “I Luoghi del Cuore” è riuscito a raccogliere oltre 40 mila firme spontanee di cittadini, in tutta Italia, affinché avvenisse la tanto sospirata apertura. Fondi per ora congelati perché non è chiara e trasparente la futura gestione dell’attività museale, tra Istituzioni e Associazione De Curtis.
Il documentario tenta di ricostruire tutte queste vicende, facendo finalmente chiarezza con le testimonianze delle persone coinvolte. Appellarsi al nome “Totò” a ogni iniziativa, si è rivelato sempre un marchio di successo nel richiamare attenzione e risorse economiche, ma di fatto è coinciso più alla speculazione di quella immagine che a una sua effettiva rappresentazione“.
Il video d’inchiesta ha una durata di 70 minuti e si avvale, oltre la regia di Carlo Maria Alfano, la redazione e le ricerche di quest’ultimo, di Daniela Giordano e Antonella Cozzi, l’aiuto immagini Marcello Santojanni e Dario Catania, Musiche di Creative Commons.
Dopo la visione del documentario seguirà un breve dibattito, moderato dal giornalista Attilio Iannuzzo, a cui parteciperanno il giornalista e critico teatrale Giulio Baffi, il giornalista Francesco Emilio Borrelli, la professoressa in Museologia del Cdl in Cultura e Amministrazione dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” Paola D’Alconzo.