L’annuncio è apparso ieri, nelle stazioni della Cumana sulla tratta Fuorigrotta – Torregaveta, e ha lasciato di stucco tutti i pendolari. La Cumana sospende le sue corse fino a “contrario avviso”. Per andare da Fuorigrotta a Torregaveta, passando per Agnano, Bagnoli, Pozzuoli, Arco Felice, Lucrino e Fusaro, d’ora in poi ci sarà un “servizio automobilistico integrativo”. Una sospensione improvvisa, che nessuno si aspettava. Le motivazioni sarebbero – purtroppo – quelle di sempre: uno stato di agitazione dei lavoratori dipendenti dell’Eav e, manco a dirlo, la carenza di treni.
Ad integrazione del servizio ferroviario – A partire da oggi 2 ottobre 2014 e fino a contrario avviso, sulla linea cumana, tratta Fuorigrotta – Torregaveta e viceversa, è istituito un servizio automobilistico integrativo a cura della ditta Angelino. Le fermate dei bus saranno effettuate nei pressi delle stazioni. Napoli, 2 ottobre 2014.
La Cumana chiuderà i battenti definitivamente? Non si riesce a capirlo. L’Eav ha fatto sapere che la causa della sospensione del servizio è stato “un picco minimo di materiali rotabili” verificatosi nella mattinata di ieri: tradotto, non c’era nessun treno disponibile. “Ma già in tarda mattinata, il materiale rotabile dovrebbe tornare a essere di quattro unità” che, se sono già qualcosa, restano comunque troppo poche per soddisfare decentemente la richiesta dell’utenza, costringendo i pendolari ad attese bibliche. La situazione dell’Eav, è il caso di dirlo, sembra davvero giunta al capolinea. L’assessore regionale ai Trasporti Sergio Vetrella, interpellato sulla vicenda dal Monitore Napoletano, ha spiegato che alla base del disservizio ci sarebbe una protesta silente dei dipendenti Eav, che starebbero mettendo in atto uno sciopero bianco, applicando alla lettera il protocollo di sicurezza che non permette di mettere in circolazione treni guasti o con problemi, generando così il caos. Tutto perché, secondo quanto raccontato dagli stessi dipendenti Eav ai pendolari, i lavoratori della Cumana non avrebbero ricevuto, a differenza dei loro colleghi impiegati in Circumvesuviana, il loro “premio di risultato”.
“Si tratta di una rivendicazione vergognosa, un’azione che potrebbe configurarsi come reato di interruzione di pubblico servizio, e che non fa altro che esasperare ulteriormente gli animi tra i lavoratori e i cittadini, privati senza alcuna colpa del loro diritto alla mobilità” tuona Vetrella.
E pensare che l’assessore regionale ai trasporti, appena qualche settimana fa, aveva rassicurato i cittadini sulla ripresa dell’Eav e del servizio Cumana, che avrebbe dovuto stabilizzarsi e addirittura migliorare grazie alla messa in funzione, tra ottobre e novembre, di nuovi elettrotreni. Ma così non è andata. A rompere le uova nel paniere (o i treni sui binari) all’assessore sono arrivati i dipendenti Eav, che con questa nuova protesta hanno raggiunto il picco dell’agitazione che già a settembre aveva fatto tremare l’azienda. “In soli cinque giorni” ha spiegato Vetrella, dal 26 al 30 settembre, “l’inaccettabile protesta che ha coinvolto la ex Sepsa ha provocato oltre 160mila euro di danni all’azienda, circa 32mila euro al giorno, senza contare le penali che la Regione applicherà per mancato rispetto del contratto di servizio. Complimenti a chi ha deciso di realizzare questa sorta di sciopero bianco che ha completamente paralizzato i servizi di Cumana e Circumflegrea, con disagi devastanti e ingiustificabili per la mobilità di lavoratori e studenti, oltre all’ennesimo colpo all’immagine di un servizio pubblico già fortemente danneggiato negli anni passati da sprechi e cattiva gestione e che stiamo faticosamente cercando di risanare e riportare alla normalità”.
Una situazione inaccettabile e insostenibile. Presto potrebbe scattare la denuncia dei lavoratori. “Data la gravità della vicenda, infine, sono certo che il prefetto – grazie alla cui disponibilità abbiamo tenuto e continuiamo a tenere numerosi incontri sui temi dell’efficienza e della sicurezza dei trasporti – valuterà le eventuali e opportune azioni da intraprendere, a tutela dell’ordine pubblico e a difesa dell’interesse generale dei cittadini”. Che intanto vanno a piedi.
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