Il “falco” è atterrato a Scampia. Dopo l’invasione di campo durante la partita tra Stati Uniti e Belgio ai Mondiali 2014, Mario Ferri, alias il “Falco”, già noto all’opinione pubblica e alla stampa, oltreché alle forze di polizia, per il suo “vizietto” di entrare in campo durante le più importanti sfide calcistiche, è arrivato nel quartiere napoletano per incontrare lo zio di Ciro Esposito e il legale della famiglia Angelo Pisani.
“Doveroso ricordare la morte di Ciro”: così il “Falco” spiega quella scritta sulla maglietta
“Non ho fatto altro che riportare il pensiero di tanti pescaresi come me” . Così Super-Mario Ferri motiva la sua decisione di indossare, durante l’invasione “mondiale”, la consueta maglia di Superman con l’hashtag #Cirovive, subito sotto all’appello per aiutare i bambini delle favelas brasiliane. Il “Falco” parla di un “omaggio doveroso”, ma anche di un monito per “evitare che cose come queste si ripetano”.
“Le critiche? L’affetto dei napoletani compensa tutti gli attacchi subiti dalla stampa”
E alle critiche Ferri risponde così: “Sono rattristato che qualcuno mi abbia anche attaccato. Io sono un puntino nel nulla, e la mia decisione di venire a conoscere la famiglia di Ciro Esposito viene unicamente dal cuore”. “Per fortuna” prosegue il 27enne di Pescara, “l’affetto che i napoletani mi hanno dato in questi giorni ripaga di tutte le critiche che mi ha fatto la stampa. Anche Ciro non è stato trattato bene dalla stampa all’inizio. Incontrare la famiglia è stato molto bello” ha concluso Mario Ferri.