Dalla medicina alla danza i quattro passi di von Hagen sono brevi

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Dalla medicina alla danza i quattro passi di von Hagen sono brevi

Mancano sempre meno ore all’appuntamento con David ed andar a fare quattro passi con lui. In scena al Teatro Ateneo di Casoria domenica 7 aprile, a pochi passi da Napoli, questi saranno quattro passi nella storia dell’umanità alla ricerca spregiudicata ed intima della bellezza. Scriviamo di “David uscì a fare quattro passi”, uno spettacolo ma in realtà un concept molto più audace del giovane coreografo Vincent Karl von Hagen autore dunque dell’idea, dei testi e della regia oltre che della coreografia con Christian La Sala.

“David usci a fare quattro passi è un testo teatrale scritto di mio pugno – ci racconta proprio il coreografo – è una critica. E’ un invito. E’ una esortazione al bello assoluto. È un invito a me stesso: a nutrirmi di bello ed a tenere lontano il brutto. Dovremmo tutti puntare a ricercare la bellezza, a portare il bello nelle nostre case. La bellezza è la vera radice della felicità.” Con l’attore protagonista Marco Lorenzo Panico ed i ventisei danzatori del M’Patiko Dance Project, von Hagen ha individuato in Mena Capasso la testimonial del progetto. Partendo da lontano, molto lontano. Da “dov’è finita la bellezza? La sua sparizione e il suo degrado, non solo nelle arti liberali, ma in ogni singolo aspetto delle società è a mio avviso uno degli aspetti più tristi del nostro secolo – ci spiega l’ispirato librettista di questo progetto –  segno della decadenza della nostra civiltà. Oggi a mettere sempre più le radici è l’estetica del brutto che il più delle volte coincide con l’estetica della morte. E l’estetica della morte porta inesorabilmente alla disumanizzazione che quotidianamente ci circonda.”

Da qui un viaggio che si fa complesso ed immaginifico da Platone a Tommaso d’Aquino, da Plotino a Hobbes e Locke. Un viaggio alla scoperta della bellezza, attraverso maestri dell’arte e della filosofia che hanno indelebilmente segnato la vita artistica e culturale di Vincent Karl von Hagen. Un uomo coltissimo, pseudonimo artistico di Mohamed Vincenzo Agbaje Olufemi, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Radioterapia Oncologica. Attualmente è Dirigente Medico Oncologo Radioterapista presso l’Azienda Ospedaliera delle Marche di Ancona. Da sempre ha coltivato la passione per la danza e per le arti, passione che ha sempre intersecato al fascino per le scienze mediche.

“David uscì a fare quattro passi è un estratto breve, e/vocativo ed incisivo del lavoro teatrale RiNASCImiento – chiarisce ulteriormente von Hagen – libretto di teatro sperimentale che ha come core narrativo la decadenza estetica delle società moderne e che si traduce inesorabilmente in decadenza di valori. La bellezza come valore assoluto non è mai idea astratta, ma si incarna nel tempo e nello spazio per offrire la contemplazione da cui scaturiscono serenità, gioia e consolazione. Ed è per questo che oggi più che mai abbiamo bisogno di bellezza perché c’è urgenza di speranza e di serenità. Il protagonista David, nel suo tormento, evoca i fantasmi del bello classico, facendoli rivivere nei drammi della sua vita. Nella sua mente prendono forma le opere michelangiolesche come La Pietà, Il Tondo Doni, I Prigioni, Il Giudizio Universale che egli stesso attualizza nei drammi di una vita familiare difficile e scompaginata. David non è un nome scelto a caso. Non è un personaggio scelto a caso. È l’alter ego, la proiezione umanizzata e a tratti disumanizzata e contraddittoria del simbolo cardine del Rinascimento Italiano e che in Michelangelo trova la sua massima pienezza e la sua formidabile sintesi: il David. Nello sviluppo del lavoro teatrale, David è dunque colto, metaforicamente, proprio in quella sofferenza e nell’agitazione psicomotoria che precede la liberazione da quel marmo, quel luogo metafisico che lo schiaccia e lo soffoca. Il marmo che cela i suoi dolori, il suo vuoto affettivo, le sue ansie e le sue paure. Il marmo è dunque quella condizione di inadeguatezza e oppressione che l’uomo moderno vive quotidianamente. Quel marmo di Carrara che Michelangelo sceglie per dare la vita, diventa tomba per il protagonista dell’opera. David è al contempo la rappresentazione psicopatologica della fragilità che accomuna i giovani di oggi. E’ al contempo vittima e carnefice in una società ormai contorta e decaduta e da cui non troverà via di uscita. Quei suoi quattro passi non troveranno mai la strada del ritorno. Nel corso della rappresentazione coreografica tanti saranno, inoltre, i richiami a fatti socio-politici noti, dei Tableaux Vivant che condurranno lo spettatore alla riflessione e alla critica.”

Nonostante la complessità dei temi il coreografo ha scelto ventisei artisti anche molto giovani, in quanto strumento di produzione ma anche di ricezione. Ventisei talenti provenienti dagli ensemble Origami Academy di Marilena Giuricin ed Alessia Iervolino, Danzarte di Alessandra Afelba, FreeStyle Center di Alfonsina Oppio e Donato Bianco a cui va aggiunto il piccolo Samuel Invigorito per la prima volta su un palco.

“Ho infine deciso di raggruppare tutti gli artisti che hanno preso parte alla rappresentazione sotto il nome di M’PATIKO Dance Project – chiosa l’artista –  nome che deriva da empatia, proprio per la peculiarità che ogni artista dovrebbe avere, ovvero suscitare emozioni e al contempo sentire emozioni. M’PATIKO vorrà dunque essere in germe lo scheletro embrionale di un ulteriore progetto che sto stilando, ovvero la fondazione di una mia compagnia di danzatori. Diamo tempo al tempo.”