L’ultimo romanzo di Letizia Vicidomini è “Dammi la vita”, partitura di sangue e note
a Napoli, per la sezione “giungla gialla” di Mursia editore.
Marlena Vichi è una musicista di successo, direttrice d’orchestra e docente presso il Conservatorio di Napoli. Sposata da diverso tempo con un suo ex maestro più grande di lei, non disdegna di allacciare relazioni discrete con alcuni dei suoi studenti. L’ultimo in ordine di tempo minaccia di rendere pubblica la loro storia, ma prima che possa portare alla luce il legame clandestino succede qualcosa di drammatico.
Andrea Martino è un commissario in pensione, pronto a mettersi ancora al servizio della Polizia. Viene coinvolto nella morte sospetta di una bambina avvenuta qualche mese prima, e si troverà anche al centro della vicenda di Marlena. Due storie che si sovrappongono e si muovono sullo scenario di una Napoli continuamente in bilico tra la bellezza e l’orrore, e quelle verità nascoste da tempo che finalmente vengono rivelate.
I romanzi della Vicidomini sono sempre un viaggio incandescente nell’animo umano e quest’ultimo ne è la conferma, come dice il titolo, è una partitura dove la musica è l’elemento principale, in grado di dare la vita e anche la morte. La storia si svolge a Napoli. Il vero palcoscenico è quello del Conservatorio, all’interno del quale si muovono differenti personaggi tra cui emerge la direttrice d’orchestra Marlena Vichi, bellissima donna determinata, che ha saputo farsi strada fino a ottenere un incarico in un ambiente prettamente maschile.
Attorno a lei troviamo gli studenti, i colleghi, amicizie, legami di vario genere e debolezze da tenere segreti. Marlena vive una storia clandestina che rischia di compromettere la sua
rispettabilità.
“Dammi la vita” non è solo un giallo, è un’indagine introspettiva nell’animo umano, è un viaggio nelle dinamiche che permettono a un equilibrio apparente di portare avanti vite fasulle, e quando quest’equilibrio si spezza tutto crolla miseramente, facendo restare a galla solo odio e desiderio di vendetta. L’indagine introspettiva, accurata, intensa, dettagliata, permette al lettore di codificare le caratteristiche più profonde dei protagonisti.
Andrea Martino, ex Commissario di Polizia, nonostante sia in pensione, non dimentica di essere stato un uomo di legge ed è uno dei personaggi più belli e autentici del romanzo. Sarà lui infatti a collaborare alle indagini per l’omicidio di un giovane allievo del Conservatorio di Napoli, sarà lui a condurre per mano il lettore fino a portarlo alla verità.
La vita, con tutti i suoi intrecci, negativi e positivi, regola il cammino di ognuno di noi ed è questa la peculiarità della scrittura di Letizia Vicidomini, quella di saper catturare l’attenzione con una mescolanza di sentimenti che sembrano divenire un tutt’uno, per poi confluire in un unico grande fiume di giustizia che sistema ogni cosa.
Non si sfugge ai propri peccati e prima o poi un elemento predominante farà crollare la vita ipocrita e doppia di chi sbaglia. Di questo la Vicidomini ne è certa, come ne è certo il lettore che legge i suoi gialli, la vita è musica.
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