In una ‘nota verbale’ della Segreteria di Stato, il Vaticano chiede di modificare la legge Zan all’esame della Commissione Giustizia del Senato, in quanto violerebbe “in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato”
Il Vaticano chiede di modificare la legge Zan. In una ‘nota verbale’ della Segreteria di Stato consegnata informalmente il 17 giugno scorso all’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, si chiedono modifiche al testo di legge all’esame della Commissione Giustizia del Senato, in quanto violerebbe “in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato“.
Nel documento, anticipato dal Corriere della Sera, sono evidenti le preoccupazioni della Santa Sede: “Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato – è scritto – riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato“.
Sotto accusa “ci sarebbe per esempio l’articolo 7 del disegno di legge che non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la trasnfobia e attenterebbe alla libertà di pensiero della comunità dei cattolici“.
Nella nota vaticana, inoltre, “si manifesta proprio una preoccupazione delle condotte discriminatorie con il timore che l’approvazione della legge possa arrivare persino a comportare rischi di natura giudiziaria“.
La nota si chiude con una precisa richiesta: “Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni”.
La notizia piomba sulla politica e infiamma il dibattito che non si era peraltro mai sopito sul provvedimento e che continua a dividere la maggioranza. Se Enrico Letta difende una norma “di civiltà” e non esclude possibili aggiustamenti, il Movimento 5 stelle parla di ingerenze “inaccettabili” da parte della Chiesa.
Intanto, la via del dialogo, è quella che, con punti di vista opposti, continua a essere invocata dalle forze che sostengono il governo.
Dice il leader del Pd, Enrico Letta: “Noi siamo sempre stati favorevoli a norme molto forti contro la omotransfobia, e rimaniamo favorevoli a queste norme e al ddl Zan, ma siamo sempre stati aperti al confronto in Parlamento e guarderemo con il massimo spirito di apertura ai nodi giuridici. Siamo pronti a guardare i nodi giuridici pur mantenendo un favore sull’impianto perché la norma è di civiltà per il nostro Paese, il nostro è sempre stato un atteggiamento di apertura“.
Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepresidente dei senatori dem, Franco Mirabelli: “Non ci siamo mai sottratti al confronto. Il tavolo non è una novità di oggi ma servono date certe per arrivare in Aula con il provvedimento.”
Netto, invece, il no di Matteo Salvini al ddl Zan: “Abbiamo sempre contestato il fatto che fosse un bavaglio nei confronti della libertà di opinione, quindi se c’è la volontà di ragionare insieme su un testo che non cancelli la libertà di opinione, ma che tuteli da aggressioni e discriminazioni, noi siamo assolutamente d’accordo“.
“La mia proposta è sempre valida“, sottolinea il leghista Andrea Ostellari, presidente della commissione giustizia a palazzo Madama a cui i Dem imputano di fare ostruzionismo. “Riuniamo i presidenti dei gruppi del Senato e i capigruppo in commissione e sediamoci a un tavolo. Le audizioni si possono ridurre. Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo. Letta dia seguito a questa apertura e il Pd si sieda al tavolo“.
Interviene anche il capogruppo dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, rivendicando la posizione dialogante di Iv: “Letta apre a cambiare la legge Zan, e adesso? Cosa dicono i pasdaran? Cosa dicono quelli che ci hanno attaccati perché proponevamo il dialogo e soluzioni sensate?
Siamo contenti che alla fine ci abbiano dato ragione anche sul percorso più utile a portare a casa la legge contro le discriminazioni omotransfobiche: come Italia Viva abbiamo indicato per primi, il 19 maggio, la via del tavolo politico con tutta la maggioranza per affrontare insieme quei ‘nodi giuridici’ su cui oggi arriva l’apertura del segretario del Pd. Adesso andiamo avanti convocando il prima possibile questo tavolo e troviamo soluzioni”.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, invece, ritiene “inaccettabili le intromissioni formali della Chiesa nel processo di approvazione di una legge. Penso però che su questi temi il dibattito debba sempre restare aperto. La Chiesa ha, ovviamente, pieno diritto di parola“.
Taglia corto il presidente della commissione Giustizia della Camera, che è del M5s: “È un passo incredibile, siamo sconcertati. Il Vaticano dovrebbe sostenere una legge che ha per presupposto la libertà di amare e che punisca chi istiga all’odio e alla violenza“, afferma, infatti, Mario Perantoni, che aggiunge: “in ogni caso si tratta di una ingerenza inaccettabile in uno Stato laico”.
La contrarietà al ddl viene ribadita da Forza Italia. Spiega la vicepresidente dei senatori azzurri, Licia Ronzulli: “E’ stato evidente sin dall’inizio che la legge Zan era un testo divisivo, a tratti provocatorio, che avrebbe – come ha fatto – diviso l’opinione pubblica oltre che la maggioranza che sostiene il governo. Proprio per questo motivo e per superare le criticità, evidenziate anche da numerosi giuristi e costituzionalisti, il centrodestra ha presentato un nuovo testo a mia prima firma.
Enrico Letta oggi si dice finalmente disponibile a rivedere alcuni nodi del ddl Zan e fa dietro front rispetto all’idea di forzare l’iter parlamentare per approvarlo così com’è: è un passo in avanti, purtroppo tardivo e obbligato. Mi auguro che finalmente si ammainino le bandierine ideologiche e si lavori per approvare una buona legge che contrasti le discriminazioni senza minare la libertà di espressione“.