Non solo la nuova partnership Pasta Garofalo in quel di Castel Volturno: in sala stampa al centro sportivo casertano, durante la conferenza di presentazione del nuovo sponsor, il presidente Aurelio De Laurentiis ha risposto anche alle domande dei giornalisti in merito ai possibili arrivi in maglia azzurra o alle cessioni dei calciatori partenopei, approfondendo la questione San Paolo e l’inefficienza della politica italiana.
Michu “a cottura”?
Alla domanda riguardo il possibile arrivo di Michu, il patron azzurro ha risposto apertamente “Non posso parlare. Sicuramente ci sono state delle trattative, ma da qui a dire che Michu sarà un calciatore del Napoli è alquanto impensabile. fin quando un calciatore non varca la soglia di Castel Volturno, io non posso dare nessuna certezza. I contratti sono l’essenza di un percorso di crescita fatto di obblighi e doveri del club e dell’atleta. La rapidità non è il giusto mezzo per arrivare ad un risultato proficuo. A casa Napoli e casa De Laurentiis così non funziona”.
Trattativa Lucas Leiva
Nessuna concretezza nemmeno per quanto riguarda la questione Lucas Leiva: “Voi sapete che non si puo’ ancora parlare di arrivi soprattutto dopo un Mondiale. Prima del 4-5-6-7 di agosto i club non hanno delle disposizioni tali da poter parlare di calciomercato. I nomi dei calciatori li fanno i giornalisti, quasi scrivessero una lista”.
Obiettivi del Napoli
“Gli obiettivi sono sempre massimi” ha chiarito De Laurentiis. “Siamo passati da un 3-5-2 a un 4-2-3-1 e non è stato facile inculcare il nuovo modulo di gioco. Così siamo arrivati terzi, uscendo da una Champions in maniera più unica che rara. Bisogna cercare calciatori che abbiano determinate qualità per un determinato ruolo, non tanto il nome che fa gola soltanto ai media o al tifoso. Anche i calciatori più forti hanno bisogno del proprio modulo di gioco per sentirsi parte, appieno, della realtà sportiva in cui vivono”.
Questione stadio
“Quando si parla di diritti televisivi e quant’altro, lo si dice senza tener conto che in Germania, ad esempio, la televisione a pagamento è meno sviluppata che in Italia. E così in Europa ci sono diversi livelli di sviluppo, nei media, rispetto ad altri paesi. C’è un anello di congiunzione tra le parti ed ognugna di esse è condizionata a livello quantistico”. Sulla questione San Paolo il patron azzurro non ci è andato per il sottile, sottolineando l’assenza dello Stato nelle manifestazioni sportive: “Ci sono leggi sbagliate in merito agli stadi. Lo Stato dovrebbe operare alla costruzione degli impianti sportivi. Renzi, visto che il calcio è lo sport più popolare in Italia, dovrebbe spingere alla realizzazione di stadi stile europeo. Non c’è sicurezza, perchè non c’è una legge che non permetta di sorvolare su determinati reati. Le contaminazioni sono troppe ed annichiliscono la capacità di fare il proprio lavoro in maniera inequivocabile. La politica in questo paese non ha funzionato per 70 anni. In un momento così critico per il calcio italiano, viste anche le dimissioni di Abete, credo che qualcuno debba metterci la faccia, che sia Renzi o qualcun altro. Se non siamo riusciti a cambiare la legge 91, bisognerebbe azzerare completamente tutto e ricominciare da capo”.
Pepe Reina testimonial della Pasta Garofalo?
“Lo posso consigliare così anche se non dovessimo avere Pepe in squadra sarà sempre un testimonial” ha scherzosamente riferito De Laurentiis, che ha poi approfondito la questione mercato: ““Non vi preoccupate, abbiamo i preliminari di Champions da affrontare e sicuramente non ci arriveremo impreparati. Io mi devo preoccupare di far forte il calcio Napoli perchè allenatori e calciatori sono di passaggio, il Napoli resta. Perchè devo prendere uno che ha 28-29 anni e pagargli uno stipendio? Se poi non funziona? Quest’anno d’altronde abbiamo tanti recuperi, vedi Zuniga, Mesto, Maggio, Hamsik. Siamo il terzo club al mondo come fornitori di calciatori per il Mondiale. Sarebbe impensabile non riconfermarli”.
Vargas e il possibile ritorno a Napoli
“Con Vargas è venuto a mancare un piano di rapporti, soprattutto sul piano linguistico. Lui sa giocare con i piedi ed una palla, ma se io non riesco a trovare la giusta fiducia e la giusta confidenza, lui stesso non si sentirà realizzato. La scelta spetta a Benitez”.
Kramer e il poco minutaggio al Mondiale
“Io non lo conosco, non so se parla spagnolo o inglese oltre al tedesco. Ogni calciatore deve anche parlare con i propri colleghi, sarà una decisione responsabile che spetterà all’allenatore. L’età comunque c’è, il prezzo anche”.
Centrocampo e possibili partenze
“Inler rimane, Jorginho anche, Behrami e Dzemaili potrebbero essere intercambiabili con altri. Dobbiamo sempre considerare 20 giocatori in uscita. La prima cosa importante è creare le condizioni dell’uscita. Se pero’ queste condizioni non si creano, non possiamo andare in esubero ne tantomeno avere calciatori scontenti. La richiesta ha sempre una coda di verità e falsità”.