“Io non mi posso indebitare. Io sono considerato un virtuoso del calcio perche’ non mi sono mai indebitato”. Aurelio De Laurentiis replica cosi’ a chi gli chiede come si possa colmare il gap del Calcio Napoli dalla Juventus. “La stessa Juve, per colmare il gap con le grandi d’Europa, dovrebbe indebitarsi perche’ gli altri fatturano 800-900 milioni e la Juve 400-450. Mi sono gia’ indebitato con me stesso quando ho messo 180 milioni miei personali nei primi due anni per tornare in A ma il salto di qualita’ non si fa soltando mettendo denaro, ma anche cambiando regolamenti. Servirebbe un nuovo decreto legge che stabilisca che i club sono societa’ per azioni con finalita’ lucrative e invece si continua a pensare che siano i tifosi i proprietari dei club. E’ una vecchia mentalita’ che sento sempre nell’aria e che pure ieri mi ha fatto scappare dalle Universiadi visto che mi devo ritrovare al tavolo qualcuno che fa populismo”.
“Insigne non e’ sul mercato perche’ nessuno finora ce l’ha chiesto e non mi risulta interesse da nessuna parte. E’ un giocatore appetibile, come lui ce ne sono pochi, ma un conto e’ considerare il desiderio, un altro e’ mettere denaro e vedere cammello. Non c’e’ nemmeno un prezzo per Insigne, altrimenti avremmo messo una clausola rescissoria”. Il patron azzurro non vede Insigne con un’altra maglia e conferma il rinnovo per altri cinque anni del ds Giuntoli. Mentre su Ancelotti aggiunge: “Sa che questa e’ casa sua, quando vorra’ prolungare non ci sara’ nessun problema”.
“E’ bello che qualche volta Cenerentola possa partecipare al ballo di mezzanotte ma non e’ sempre possibile. Dobbiamo ragionare coi piedi per terra e fare in Italia una Superlega”. E’ l’idea del presidente De Laurentiis, che se a livello internazionale si augura che Eca, Uefa e Fifa possano “cambiare le regole del gioco”, sul fronte interno auspica una vera e propria rivoluzione. “La serie A mantiene tutto il movimento calcistico italiano ma io non devo fare le lotte contro Lotito perche’ il Napoli possa dire la sua in Consiglio. Se dovessi rifondare il calcio in Italia, farei una Superlega a circuito chiuso a 12 squadre e le altre 8 le farei giocare in A con altre squadre di B, con serie A, serie B e serie C che, diminuendo il numero di squadre, andrebbero avanti per conto loro”.
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