De Laurentiis: “Spalletti ha chiesto anno sabbatico. Comune ci dia stadio per 99 anni o lo costruisco a Caserta”

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De Laurentiis: "Chi crede che si possano vincere due scudetti di fila è un illuso"

Il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, parla a Che tempo che fa su RaiTre dell’ormai ex tecnico dei partenopei, avvisando anche il Comune sulla questione dello stadio “Maradona”.

Spalletti “è stato un grandissimo allenatore”, “è un uomo libero, lui ha dato, lo ringrazio, ora è giusto che continui a fare ciò che vuole”. Il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, parla a Che tempo che fa su RaiTre dell’ormai ex tecnico dei partenopei. Rispondendo a Fabio Fazio, il presidente spiega che “gli allenatori si dividono in coloro che vogliono fare il mercato e quelli che allenano. Lui allena, noi gli abbiamo dato una materia straordinaria e lui l’ha fatta crescere”.

Spalletti, prosegue de Laurentiis, “è un uomo libero, dopo 50 anni di cinema e tante esclusive quando qualcuno viene da te e ti dice: in fondo io ho fatto il massimo, si è chiuso un ciclo della mia vita, ho ancora un contratto con lei ma preferirei avere un anno sabbatico. Che fai, ti opponi? Devi essere generoso nella vita, io non mi aspetto mai nulla in cambio. Lui ha dato, lo ringrazio, ora è giusto che continui a fare ciò che vuole fare”.

“Maradona è unico e irripetibile. Gli abbiamo dedicato lo stadio, era una cosa dovuta. Quando questo stadio lo farò diventare del Napoli – perché il Comune deve darcelo per 99 anni, altrimenti lo faccio a Caserta – e vediamo se saranno contenti i napoletani, faremo un museo bellissimo. Poi dovremo poter fare anche concerti, matrimoni, prime comunioni. E’ un luogo straordinario”. Così ha proseguito il presidente del Napoli campione d’Italia. “Se parlo con i giocatori? Certo, come no. L’altra sera eravamo a trovare Gigi D’Alessio con alcuni di loro. Ho un bellissimo rapporto. Quando presi il club non sapevo nulla di calcio, ma il cinema è talmente complesso che pensai ‘che sarà mai questo calcio’. Io da piccolo giocavo a basket”.

“Io – ha sottolineato il patron azzurro – non voglio rivoluzionare il calcio, ma vorrei recuperare i giovanissimi che si stanno rincretinendo con gli smartphone e con le piattaforme. Non hanno la pazienza di seguire il calcio, cosa che si tramuta in una non passione. Vorrei parlare col ministro dell’Istruzione e insegnare nelle scuole per farli diventare allenatori, facendo guardare loro Argentina-Francia. Ancora abbiamo l’intervallo di 15 minuti, è una follia. Non deve esserci intervallo, abbiamo 27 giocatori per fare i 90 minuti”.

“Bisogna essere competitivi tenendo i conti in ordine – ha aggiunto De Laurentiis -. Poi ci sono le istituzioni calcistiche che dovrebbero fare tabula rasa e ripartire da zero con regole precise. Non ci sono pari forze, ci sono dei campionati non equilibrati. I kart mica gareggiano con la formula 3… I piloti dal karting poi arrivano alla Formula Uno. I campionati dovrebbero essere divisi per tipologie di città. Non si può giocare con una città di 3 milioni di abitanti contro una di trentamila. Poi non la vede nessuno e gli sponsor non partecipano. È un problema che non è stato affrontato”. Sulla festa scudetto del prossimo 4 giugno ha aggiunto: “Ci sarà la premiazione, andremo avanti fino a mezzanotte con tanti eventi”.

Infine, sull’incontro col Papa ha concluso: “Gli ho portato il piede minuscolo di Maradona e gli ho detto che può essere il piede per dare il calcio a tutte le ingiustizie del mondo”.