Sulla falsariga dell’appuntamento di settembre tenutosi a Bagnoli che Matteo Renzi intitolò Fonderia delle idee, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, in prospettiva delle elezioni regionali, fissa per venerdì 19 e sabato 20 dicembre un laboratorio politico alla Stazione Marittima di Salerno. Insieme alle sue giovani leve lo sceriffo di Salerno ha chiamato l’evento La terra delle idee e lo ha architettato in collaborazione con Umberto De Gregorio e Fulvio Bonavitacola e in completa antitesi ai tavoli di lavoro tematici voluti da Andrea Cozzolino sabato scorso al Museo Ferroviario di Pietrarsa.
La Terra delle idee vuole dibattere con le istanze sociali e le associazioni professionali su 10 temi specifici e interni al programma elaborato per le Primarie del Partito Democratico e, soprattutto, su Risorse e Territorio, ovvero, sui progetti architettonici e urbanistici; ospiti d’onore saranno i professionisti del cemento nelle persone dell’Associazione costruttori, architetti e urbanisti, Guido D’Angelo, Massimo Pica Ciamarra, Bruno Discepolo, Giuseppe Guida, Fabrizio Mangoni, Nicola Pagliara, Aldo Loris Rossi, Francesco Tuccillo.
Vincenzo De Luca punta, dunque, sulla grande e la piccola borghesia, più sui tecnici che sugli umanisti della politica. Professionisti e intellettuali dovranno essere coinvolti nella sapiente gestione dei fondi europei e nell’investimento di lavori pubblici finalizzati alla messa a lavoro delle giovani generazioni e delle fasce più deboli.
Commentando una serie di dichiarazioni il primo cittadino salernitano afferma che «Bisogna sapere utilizzare i fondi europei non per fare porcherie clientelari, ma per realizzare progetti seri che creino lavoro e diano una speranza di vita ai giovani». Per sviluppare un programma in grado di eccellere nelle Primarie come nelle elezioni regionali De Luca punta sul lavoro e su attività capaci di ammortizzare la recessione. «Visto che negli ultimi cinque anni il Pil della Campania è stato sempre negativo e la disoccupazione è cresciuta: siamo gli ultimi per prodotto interno lordo e primi per i senza lavoro»; tentare un impegno in totale controtendenza con l’attuale governo regionale, che punti più sulla razionalizzazione degli investimenti e sulle ricadute pubbliche di questi che sulla svendita ai privati dei settori strategici, incarna la volontà di De Luca.
Al termine dei dibattiti inaugurati a Pietrarsa, il bassoliniano Andrea Cozzolino, domenica era a Caserta per la campagna elettorale. Con la speranza di chi conta sulla memoria corta dei casertani, Cozzolino ha dichiarato che: «Caserta deve diventare la nuova capitale economica della Campania, la fabbrica della ricchezza».
Per questo motivo Andrea Cozzolino in questa sede ha incontrato i cittadini, le autorità e gli amministratori. Ricordiamo che Andrea Cozzolino, quando al timone della Campania vi era Antonio Bassolino, consegnò senza opporre resistenza, ad esempio, l’ultimo stabilimento Cirio di Caivano alla camorra sarnese e ai suoi affiliati, condannati più volte per reati ambientali e truffe alimentari, eppure ora dalle sue labbra escono parole del tipo:«queste zone sono state abbandonate da Caldoro e dalla sua giunta, occorre recuperare sui tre assi fondamentali: sanità, trasporti e ambiente. Sarà l’inizio di una nuova stagione di vittorie e di una capacità di governo innovativa, che porrà al centro della sua azione la lotta alla corruzione e alla criminalità (…). Sel commette un grave errore a condividere la parte finale del mandato con il sindaco de Magistris (..). Se Sel ha cambiato idea sullo strumento delle primarie ne prendiamo atto, quel partito ha scelto i suoi parlamentari, ha fatto le primarie. Non pensiamo si debba tornare ai tempi in cui i segretari si chiudevano all’interno di una stanza a scegliere parlamentari e dirigenti. Quel mondo antico è morto e sepolto e non ci appare molto di sinistra volerlo riportare in vita».
Il Movimento 5 Stelle replica ad Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca con il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio, il quale pur non avendo alcuna identità e programma, domenica ha affermato a Pomigliano d’Arco: «vogliamo portare in consiglio regionale aria fresca. Proveremo a vincere, ma va bene anche solo portare in aula quanti più eletti possibile. Stiamo facendo una cosa che non ha mai fatto nessuno, cioè dare la possibilità a tutti i cittadini di candidarsi ed essere eletti. Negli altri partiti, invece, si candideranno i soliti, i mandanti che hanno creato la Terra dei fuochi e gli altri disastri nella nostra regione».
Di Maio, in altre parole, propone i alternativa ai più o meno tecnocrati, candidati regionali privi di alcuna esperienza politica e professionale, sprovvisti di identità e di partito, di programma e di militanza.
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