De Luca vs Fontana: 1-0, quasi 2-0, ma non è goleada

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La partita, ops! (astinenza da calcio), la puntata di Porta a Porta con il Bruno Vespa arbitro, sembrava presagire uno scontro acceso tra il vulcanico Presidente dalla Campania De Luca e quello della Lombardia Fontana, più serafico ed impacciato

Ad avere la parola per primo il nostro Vincenzo De Luca che con il suo fare sornione buttava subito acqua sul fuoco, richiamando al rispetto delle opportune misure di contenimento per evitare ulteriori espansioni del contagio, nessun richiamo a chiusure ed innalzamento di mura giuridiche e non tali da impedire lo sbarco di lumbard in canottiera e catena, alla Bossi prima maniera.

Di converso l’atteggiamento pacifico ed amichevole, quasi fraterno, di Attilio Fontana con il richiamo al rispetto di una decisione nazionale, visto l’ultima “cabina di regia con il Governo. Chi si aspettava tuoni e fulmini dall’incontro/scontro è restato deluso dal friendly approccio dei due presidenti regionali.

Si parla di emergenza e quali sono stati i momenti di più alta tensione ed entrambi i presidenti hanno evidenziato il momento della mancanza dei dispositivi di prevenzione (mascherine) e la mancanza di attrezzature mediche.

Ma ecco arrivare la provocazione del Vespa nazionale, che si aspettava i tuoni e fulmini di cui sopra; cosa ha potuto far cambiare così drasticamente idea ai due presidenti dopo le loro dichiarazioni alla stampa. Dopo le prese di posizioni sulla circolazione dei lombardi e la chiusura della Campania quale elemento avesse fatto cambiare i due.

Ma anche in questo caso c’era la corsa dei due a prontamente glissare sulla polemica, puntando l’accento sui buoni rapporti tra le regioni e gemellaggi tra il Niguarda e il Cardarelli e tante altri cuoricini.

Ma ecco all’improvviso il contropiede, lo scatto di De Luca che fa la differenza e da la svolta alla partita… ops! intervista. Ecco uscire fuori la sua vera posizione, il vero De Luca con un richiamo chiaro alla discesa al sud all’alba del 10 marzo. tutta una serie di evidenze sulle opportune decisioni del Vincenzone nostro. Il rischio del dilagare della contagio contenuto dalla prontezza delle misure. Bravi noi a mettere in quarantena tutti gli esuli. Ma oggi bisogna evitare lo stesso problema.

Ed ecco arrivare il gol…..Il rompere le righe e un atto di irresponsabilità. Aprire in tutta Italia si, ma in modo differente, quindi limitare la mobilità di chi risiede in alcune aree colpite al proprio comune e/o regione d’appartenenza – ecco il chiarimento di De Luca. Ecco di nuovo l’ascia di guerra. Ed ecco Fontana subito a ri-buttare acqua sul fuoco rinviando tutto al Governo la decisione sulla questione della circolazione dei cittadini italiani. 1-0 per De Luca con azione caparbia, nullo può il tenero Fontana

Vi risparmio il richiamo al senso di responsabilità di Sallusti ed ecco ripartire con Fontana ad evidenziare la sanità di mente dei lombardi e di non voler spostarsi in giro per l’Italia come degli untori. Vi risparmio anche l’intervento di Renzo Rosso con i suoi omini luminescenti alle sue spalle e alle sue giuste recriminazioni sulla crisi del mondo del lavoro e sulle collezioni estate inverno 2021 perdute.

Il segreto di Vespa e dei medici è quello di mantenere le distanze e lavarsi le mani (cosa mai sentita prima) e l’invito è rivolto a Vincenzo De Luca; basta questo per i lombardi che decidono di andare in Campania ? De Luca sbotta e richiama Bruno ad evitare banalizzazioni.

Questo è un quasi gol, forse il due a zero inferto dal Presidente della Regione Campania, per un incontro in cui era partito in sordina, buona tattica, per poi sferrare due colpi vincenti. Aprire in tutta italia ma in modo differente, perchè diverso il decorso del contagio, ed evitare banalizzazioni, della serie non prendetemi per il …. in giro che già mi girano i coglioni e poi uso il lanciafiamme anche da Vespa.

I controlli devono essere rigorosi, così come è stato fatto in Campania. La prudenza deve essere la base insieme al buon senso e regionevolezza, sapendo che se sbagliamo dietro l’angolo c’è il pericolo di espansione del contagio. Bravo De Luca ! (ndr) Fontana, risvegliato da Vespa, pacatamente, ribadisce il richiamo alla responsabilità etc etc etc

Che dire De Luca batte Fontana 1-0, quasi 2-0, la scommessa Over è saltata, non c’è stata la goleada.

Restiamo a casa, solo così al momento aiutiamo noi e tutti gli altri. Ripartire con l’economia senza dubbio ma con gradualità, anche perchè io un poco mi sono abituato….

Un richiamo alla nostra immagine di copertina lo stemma dei Borboni nel tricolore italiano quasi avoler richiamare alla chiusura della VCampania verso la Lombardia.

Ebbene si, un tricolore italiano con all’interno lo stemma della dinastia borbonica. Una bandiera che farebbe drizzare i capelli di tutti i filoborbonici ma è realmente esistita. Questa la storia. Il giovane Re Francesco II si trovò ad affrontare la più grande crisi del Sud Italia, con le truppe garibaldine che incedevano e conquistavano territori, mentre le classi intellettuali napoletane si rivoltavano contro il loro stesso governo. Il Re, provando disperatamente a mantenere il controllo sulle macerie di un governo ormai condannato, in uno dei suoi ultimi atti legislativi, impose l’utilizzo del tricolore italiano anche per il Regno delle Due Sicilie, su proposta del suo fidatissimo consigliere, l’ambasciatore Giacomo De Martino.

Fu più che altro un atto disperato per cercare di salvare il suo regno dall’inevitabile fine. Questa bandiera durò solo un anno, dato che fu sostituito lo stemma dei Borbone con quello sabaudo immediatamente dopo l’annessione.

Insomma, al di là della poesia risorgimentale sui colori della moderna bandiera Italiana, nei mille stravolgimenti della Storia, continua ad esistere il colore storico della dinastia borbonica proprio all’interno della fascia bianca, grazie ai Borbone di Francia che ispirarono i colori della prima bandiera francese, poi copiata in Italia ed arrivata nel moderno tricolore nazionale. (Fonte Federico Quagliuolo)

INTERVISTA ESCLUSIVA A MAURIZIO DE GIOVANNI (VIDEO)