De Magistris: per salvare il pianeta bisogna sovvertire i rapporti di forza

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De Magistris saluta Napoli con un post su Facebook

Le parole del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, affidate ad un post su Facebook: “Per salvare il Pianeta si devono unire i popoli della Terra e non farsi mettere gli uni contro gli altri”

Per arrestare la corsa inesorabile verso il baratro si devono immediatamente sovvertire i rapporti di forza. Le persone prima del denaro, la natura, con i suoi elementi vitali, come primo bene comune. Un nuovo umanesimo in cui si pone al centro lo sviluppo della persona umana nel totale rispetto dell’ambiente, con l’obiettivo della lotta ad ogni forma di disuguaglianza per perseguire la giustizia sociale“. Così su Facebook, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

 

De Magistris: “occorre una vera e propria rivoluzione mondiale dal basso”

de magistrisPer salvare il Pianeta si devono unire i popoli della Terra e non farsi mettere gli uni contro gli altri. Ecco perché le sfide dell’Amazzonia, dell’Artico, della Groenlandia, della Siberia, del Mar Mediterraneo, hanno a che fare con la costruzione di un manifesto dei popoli per la fratellanza universale. Una vera e propria rivoluzione mondiale dal basso – ha aggiunto – per difendere il pianeta. Siamo tutti abitanti pro tempore di madre terra, abbiamo tutti il dovere di salvare il creato per vivere tutti meglio oggi e domani. Ognuno può e deve fare la sua parte, scegliendo la vita e non la morte, la solidarietà e non l’egoismo, l’amore e non l’odio. Oggi, non domani“.

Le politiche finanziarie, economiche e industriali mondiali degli ultimi decenni, fondate sull’accumulazione di ricchezze nelle mani di pochi e sul consumismo universale senza limiti, hanno condotto il pianeta sull’orlo dell’abisso. Il capitalismo nella sua forma senile – ha scritto ancora l’ex pm – sta morendo e vorrebbero trascinarci tutti nell’abisso, come Nerone con le fiamme. Gli artefici di questo disastro, utilizzando spesso il potere politico e mediatico a loro asservito in varie parti del mondo, ci propinano le loro ricette, ovviamente letali: continuare con le stesse produzioni industriali senza cambiare, creare modelli autoritari per reprimere il dissenso, caccia al povero quale autore delle infelicità di un sistema che è entrato in crisi“.