“Noi non ci isoliamo collaboriamo come facciamo da sempre con le istituzioni. Se credo alle parole di Renzi? Concedetemi un ‘legittimo sospetto però noi dobbiamo lavorare affinchè ci sia al più presto un incontro tra sindaco di Napoli, presidente della Regione Campania e presidente del Consiglio su Bagnoli che però non può avvenire in Cabina di regia”. Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che dopo l’arrivo del premier a Napoli, ha incontrato la stampa per chiarire, in 40 minuti di conferenza, si è difeso dalle critiche.
De Magistris: “Abbiamo difeso la città”
“Abbiamo difeso la città – ha spiegato – siamo contro la violenza per la difesa della costituzione, senza se e senza ma, e si fa anche con la lotta, ma respingiamo con fermezza l’accusa di istigazione alla violenza. Prendendo le distanze come sempre da ogni episodio di violenza”. “In questi anni abbiamo invitato più volte Renzi – ha continuato de Magistris – ma non l’abbiamo visto, se fosse venuto solo come Presidente del consiglio, anche cinque minuti in prefettura, invece era al Mattino, in pizzeria, si è visto un’ora con Bassolino, è venuto a fare campagna elettorale. Non si parlava altro che delle primarie del Pd. E’ venuto a dire una grande bugia, di cui si assume responsabilità politica, e cioè che il suo intervento era necessario perché noi abbiamo dormito. Bene, sa di dire il falso. Lui una cosa deve fare, la bonifica. Bagnoli la sblocchiamo rispettando la costituzione, sblocchiamo stile Napoli, che è lo stile della difesa della Costituzione”.
“Oggi parla di Vezio De Lucia – ha ribadito il sindaco di Napoli – , che lui cita come suo supporter, dice ‘io farei come lui’, che dice testualmente: l’articolo 33 è chiaro, comanderanno Invitalia, la grande proprietà immobiliare come Fintecna e Caltagirone, i costruttori, la banche, la cabina di regia di Nastasi, e un comitato per spartirsi affari e territorio, ma su Bagnoli la città non deve essere ascoltato ma deve decidere. Lui ieri cita comune un baluardo, Renzi deve ammettere che l’articolo 33 è un corpo del reato, quello che noi diciamo da tempo”.