De Magistris, twitter e la “macchina del fango”. L’amarezza del sindaco per le inchieste della Procura si sfoga sui social network

0
341

di Giuliana Gugliotti

La violenza morale con cui cercano di fermarci non raggiungerà mai l’amore con cui vogliamo rendere sempre più viva la nostra Napoli, e ancora: Vedremo se sarà più forte la macchina del fango con abiti multiformi che opera da anni o passione e amore che abbiamo per rivoluzionare.

Luigi De Magistris si sfoga con i suoi follower su twitter all’indomani dell’inchiesta (l’ennesima) che vede coinvolti, se non lui in prima persona, due dei suoi più fidati collaboratori: il fratello Claudio, con una delega ai grandi eventi a titolo gratuito, e Attilio Auricchio, carabiniere vicino a De Magistris dall’epoca delle inchieste calabresi e attualmente capo di gabinetto al Comune. Il sindaco parla di macchina del fango e violenza morale, senza però riferirsi direttamente alle inchieste della Procura che pendono sulla sua amministrazione; quella sull’America’s Cup, ma soprattutto l’inchiesta sulle buche, che sembra averlo amareggiato come non mai.

E scatena una serie di polemiche soffuse, bisbigliate a mezza voce, che raccontano di rapporti non proprio idilliaci tra il Comune e la Procura, che sembra essere stata chiamata in causa dalle sibilline affermazioni del sindaco. Tanto da far scattare un chiarimento ufficiale da parte di Palazzo San Giacomo, che ribadisce la completa fiducia dell’amministrazione comunale tutta nel lavoro della magistratura, e sottolinea che Luigi De Magistris non è certo un sindaco che le manda a dire. Lui, quando qualcosa non va, lo lascia scontento, perplesso o amareggiato, lo dice pubblicamente.

E infatti, il sindaco non fa mistero dell’amarezza che lo ha colto in seguito alle indagini per l’inchiesta buche: una scelta che giudica “irragionevole: non si è mai visto un sindaco indagato per le buche“. Un colpo basso, che, se da un lato non preoccupa il sindaco, che ribadisce la completa trasparenza della sua amministrazione, dall’altro lo ferisce profondamente. Sopratutto in considerazione del fatto che la Procura non sembra aver tenuto nella giusta considerazione gli allarmi lanciati dal sindaco in relazione a diverse problematiche: la strumentalizzazione politica dell’emergenza rifiuti, per esempio, o la degenerazione delle proteste anti-Ztl nella manifestazione del 10 aprile che ha provocato numerosi incidenti e scontri con la polizia nelle zone del centro.

Insomma, secondo quanto riferito dai suoi collaboratori e riportato da Dario Del Porto su Repubblica, il sindaco non sarebbe contento della piega che stanno prendendo gli eventi. E quasi quasi c’è già chi vuol gridare al complotto, ordito con l’intento di screditare la giunta.

Intanto, le indagini sull’America’s Cup proseguono con le analisi del materiale sequestrato durante le perquisizioni, per accertare se veramente in questo caso la linea della “trasparenza” adottata dall’amministrazione comunale abbia subito qualche torbida deviazione.