Plastica sotto accusa e nuove riforme in arrivo entro il 2021. Definitiva la scelta attuata dall’Unione Europea ed è guerra aperta contro i prodotti in plastica di uso quotidiano.
Da tempo si parla di inquinamento, rifiuti, effetto serra. Il danno che questo provoca ai biomi naturali e all’ecosistema mondiale è immane. L’obiettivo a lungo termine che si è posto il Parlamento Europeo è quello di prendere atto delle proprie azioni per limitare i costi stratosferici(22 miliardi) che lo smaltimentodei rifiuti comporta e salvaguardare quel poco che rimane da salvare.
Numerose riforme sono state approvate in attesa della pubblicazione prevista entro i prossimi anni. Il PE ha pertanto dato conferma della completa rimozione delle materie plastiche dal mercato, con una rigorosissima applicazione del principio “chi inquina paga”,estesa in modo particolare afumatorie a coloro che praticano pesca, responsabili di immettere nell’ambiente rifiuti quali filtri di plastica, lenze e ami da pesca con il conseguente pagamento di una multa.
Ciò che aggrava la situazione in modo esponenziale è l’inquinamento marino. L’80% dei rifiuti inquina i mari di tutto il globo, una cifra considerevole se si prende atto che il pianeta è coperto per il 71% d’acqua. Una parte di questi rifiuti marini sono poi ingeriti da pesci e molluschi che finiscono nei piatti chesi consumano, provocando malori se non patologie più gravi agli esseri umani.
Non è dunque una questione da prendere sotto gamba. Inizialmente la plastica era vista come una rivoluzione, utilizzabile in tutti i campi, dal costo basso e facile da produrre. Tuttavia come ogni cosa che l’uomo produce ne perde poi il controllo. Quindi la domanda da porci è:<< Siamo in tempo per rimediare? >>